ALIFE / Verso le Amministrative 2018. “Riformare buona parte del Comune con due linee guida: spendere poco, spendere bene”: idee chiare per la candidata Alessandra Pasqualetti con la lista n. 4 “Rinascita Alifana”.

“Tutti chiedono una giunta che sia capace, seria, disponibile, pacata: tutte caratteristiche di Maria Luisa. Se “Rinascita Alifana” vincerà le elezioni non ho dubbi: sarà un grande sindaco. Quella di Avecone è un’amministrazione che delle cose buone le ha portate. Il nuovo refettorio e le altre opere a San Michele, ad esempio”.

Avv. Pasqualetti, siamo ad una settimana dal voto: quali sono le prospettive?

“E’ l’ultimo chilometro di una maratona durissima, siamo ben 50 candidati, compresi i candidati a sindaco. Noi non arretriamo di un centimetro, vogliamo realizzare questa “rivoluzione gentile”: far rinascere la città, col duro lavoro, la disponibilità e toni pacati”.

Il Paese è spaccato in fazioni.

“Indubbiamente. Qualcuno ha parlato di “guerra civile alifana”, che è forse una definizione azzeccata allo stato attuale. La prossima dovrà essere l’amministrazione di tutti. E’ impensabile che si continui su questa politica del “se stai con me sei bello, buono, se stai con gli altri sei un mostro”. Noi intendiamo rappresentare tutti”.

Avrà girato molto in queste settimane: quale crede che sia il problema più avvertito dalla popolazione?

“Prima di tutto è un onore essere accolta dagli alifani: gente orgogliosa e lavoratrice. I cittadini sono molto concreti: vogliono servizi minimi garantiti ed efficaci, vogliono che il paese rinasca. Tutti però chiedono una giunta che sia capace, seria, disponibile, pacata: tutte caratteristiche di Maria Luisa. Se “Rinascita Alifana” vincerà le elezioni non ho dubbi: sarà un grande sindaco. O sindaca, come preferite”.

E quali prospettive vede per se stessa?

“E’ normale che tutti pensino a cosa fare, di concentrarsi in caso caso di elezione e vittoria della lista. Per quanto mi riguarda, in ogni caso e a prescindere da come andrà, questo è solo un punto di partenza. Io ho davvero voglia di cambiare questo paese, se lo farò dai banchi della maggioranza o dell’opposizione o da privata cittadina ho comunque il dovere di rappresentare le persone che mi voteranno e l’entusiasmo di fare proposte, creare movimento, fare ciò che è possibile per migliorare il luogo dove crescerà mia figlia. Poi io sono convinta che “Rinascita alifana” vincerà e se sarò eletta mi concentrerò su ciò che ho sempre detto nelle case e nelle piazze: recuperare tutti i finanziamenti possibili, sostenere i giovani ed aiutarli nel lavoro, riorganizzare la macchina amministrativa e portare a termine le opere incompiute”.

Si riferisce al nuovo Museo?

 “Naturalmente ma non soltanto. Come ho detto a San Michele c’è da far partire l’asilo nido, così come il centro di aggregazione giovanile ad Alife. Opere pronte e chiavi in mano, basta solo girare la chiave”.

Chiave che Cirioli non ha girato. Quelle che cita sono tutte opere dell’amministrazione Avecone.

“Si possono dire tante cose, ma quella di Avecone è un’amministrazione che delle cose buone le ha portate. Il nuovo refettorio e le altre opere a San Michele, ad esempio. Oppure i finanziamenti per le scuole e altri soldi che attendono solo di essere spesi. Ed anche a livello unicamente amministrativo ci sono delle basi da cui ripartire”. 

Lei ha un master in Gestione della Pubblica Amministrazione: ci fa un esempio?

“Si strumentalizza l’adesione al DL 35/2013, il famoso spalma debiti. E’ uno strumento previsto dallo Stato, che è stato ripetuto anche per gli anni 2014 e 2015. Senza citare il Sud o la Campania, ma sa in Emilia Romagna quanti enti hanno aderito? Tutte le province e il 91% dei Comuni. Per loro stessa natura tutti gli enti pubblici contraggono debiti, prima o poi qualcuno tocca l’ingrato compito di pagarli. Ma a pagare sono sempre i cittadini. Bisogna riformare buona parte del Comune con due linee guida: spendere poco, spendere bene”.

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