MIGNANO MONTELUNGO. Dopo l’accusa della signora Albertini di Roma, moglie del paziente deceduto a seguito di ricovero in Ospedale, arriva la puntualizzazione del prof. De Luca, direttore della clinica Villa Floria.

mignano montelungo villa floria

“Le cartelle cliniche sono dal 26 Maggio 2014, in giacenza nell’ufficio postale di Roma Ostia – precisa lo specialista. Questo dato di fatto, conferma che anche questa volta, la signora Albertini si e dimenticata di recuperare un qualcosa di suo, cosi come già fatto con la salma del marito, che abbandonò per giorni, tanto da ricevere i solleciti dei medici dell’ospedale”

mignano montelungo de lucaDopo l’accusa della moglie di un paziente di Roma, morto a seguito di ricovero presso l’Ospedale di Cassino, ma in precedenza in cura dallo specialista De Luca originario di un paesino nei pressi di Mignano Monte Lungo (Campozillone, ndr), arriva secca la precisazione del professionista casertano. “Nessun metodo Stamina a Villa Floria”. Il medico, anche direttore sanitario presso la struttura sanitaria di Mignano Montelungo, prende dunque le distanze dalle ipotesi di querela minacciate dalla signaora romana, vedova di Fabio Petroni, morto 5 mesi fa. “Nessuna omissione per le cartelle cliniche che sono in giacenza nell’ufficio postale di Roma Ostia”, per poi aggiungere: “A Villa Floria non abbiamo mai fatto trattamenti con le staminali e la signora Antonella Albertini (moglie di Petroni), lo sa bene. Da mesi siamo stati oggetto di controlli da parte dei Nas di Caserta e Roma, dell’Asl e commissioni dell’Ospedale Civile di Caserta da cui dipendiamo per il protocollo clinico. Nessuno di questi organi competenti ci ha mai contestato nulla. Mi corre l’obbligo, di ripetere all’infinito che siamo una clinica chirurgica, regolarmente autorizzata e trattiamo PRP, ovvero plasma ricco di piastrine per problemi osteo-articolari. In riferimento al decesso di Petroni, avvenuto nell’Ospedale di Cassino, tengo a ribadire che l’ammalato è stato seguito attentamente dall’intero staff sanitario che, in primis ha eseguito le cure compassionevoli, con annesse visite e consulenze specialistiche tra queste quelle oncologiche, finché non siamo stati costretti a dover richiedere un trasferimento visto che la nostra struttura è sprovvista di un reparto di terapia intensiva. In merito alle accuse mosse dalla Albertini, devo chiarire che le cartelle cliniche, sono state inviate come testimonia la ricevuta postale dell’avvenuta immissione della raccomandata. Le cartelle cliniche sono dal 26 Maggio 2014, in giacenza nell’ufficio postale di Roma Ostia – precisa lo specialista. Questo dato di fatto, conferma che anche questa volta, la signora Albertini si e dimenticata di recuperare un qualcosa di suo, cosi come già fatto con la salma del marito, che abbandonò per giorni, tanto da ricevere i solleciti dei medici dell’ospedale che, allibiti dal suo comportamento si confrontarono anche con noi”.

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