Campolattaro. Segnalato il pericolo diga ai Ministeri competenti: la nota di “Altra Benevento”,

Richiesta immediata messa in sicurezza della Diga di competenza del Consorzio di Bonifica di Piedimonte Matese e modifica del progetto “Utilizzo delle acque”.

Il movimento politico “Altra Benevento è possibile” ha chiesto la immediata messa in sicurezza della Diga di Campolattaro e la modifica del progetto “Utilizzo delle acque”.

La nota inviata alla Direzione Nazionale Dighe, ai Ministeri della Transizione Ecologica ed Infrastrutture, Commissario di Governo Attilio Fontana e al sub commissario Daniele Basile.

“E’ in corso la procedura di V.I.A./PNRR,ai sensi del l’art. 23 del D.Lgs. 152/2006 ess.mm.ii. “Progetto di fattibilità tecnico economica – Utilizzo idropotabile delle acque dell’invaso di Campolattaro e potenziamento dell’alimentazione potabile per l’area beneventana”. [ID: 8826] Opera in Allegato IV al DL 77/2021. Negli elaborati presentati in data 1 febbraio 2022 dal proponente Regione Campania- Acqua Campania spa, si fa riferimento ad un imponente movimento franoso che negli anni ‘90 ha interessato il versante destro, oggetto di diversi interventi.

In particolare nell’elaborato ED.02.1 di dicembre 2021 “Relazione tecnica- geologia, morfologia, idrogeologia, sismica” si legge: “…all’epoca dei lavori per la realizzazione delle opere in destra orografica della diga, si verificò sul versante retrostante la zona dei calici degli sfiatatoi di superfice un ampio fenomeno franoso il cui cumulo si spinse fino alle strutture della diga. Nel 1991 a seguito dello studio geologico-geotecnico a cura di De Paola e Guadagno furono realizzati interventi di sistemazione ed opere di bonifica che hanno stabilizzato il versante… Il corpo principale della frana è stato sistemato con opere eseguite dopo il 2000, ma esistono ancora limitate aree marginali in condizioni di quiescenza.”

Successivamente alla presentazione del suddetto elaborato che risale a febbraio 2022, l’ASEA- azienda pubblica della Provincia di Benevento che ha in gestione la Diga di Campolattaro, ha ricevuto in data 10 giugno 2022 la relazione di “RIVALUTAZIONE SISMICA DELVERSANTE IN SPONDA DESTRA” dell’invaso di Campolattaro prodotta da tecnici appositamente incaricati.

Il documento, codice elaborato R017, segnala che la frana classificata finora come “stabilizzata antropicamente, in realtà risulta attiva seppur con velocità molto basse” si espande verso Nord-Ovest, cioè verso l’area sulla quale dovrebbe essere realizzata la galleria di sette chilometri per portare l’acqua dall’invaso al potabilizzatore di Ponte (BN).

La Rivalutazione Sismica prevede che in caso di accelerazione del movimento franoso, anche a seguito di terremoto, la massa mobilizzata, tra i 300.000 e i 500.000 metri cubi, potrebbe raggiungere le vasche del sistema di svuotamento della diga e riempirle interamente. “Con le vasche di dissipazione occluse non sarebbe più possibile effettuare la vuotatura controllata del serbatoio e quindi non sarebbe garantito un margine di sicurezza nei confronti degli Stati Limite Ultimi dell’impianto, in particolare rispetto alla permanenza della funzione di contenimento dell’acqua di invaso e della funzionalità degli organi necessari alla vuotatura controllata del serbatoio. In queste condizioni, anche la Casa di Guardia risulta coinvolta con il movimento della massa instabile e per tale motivo non può assicurare la sua funzionalità a seguito dell’evento sismico di progetto”.

Ciò considerato, si chiede che sia rivisto il “Progetto di fattibilità tecnico economica – Utilizzo idropotabile delle acque dell’invaso di Campolattaro” e sia disposta la immediata messa in sicurezza della diga che attualmente raccoglie oltre 100 milioni di metri cubi di acqua. I movimenti franosi in zona sono misurati con apposite apparecchiature da ASEA ma appare evidente che nel caso di accelerazione della massa non ci sarebbe alcuna possibilità di evitare l’occlusione delle vasche di svuotamento e pertanto l’invaso in pochissimo tempo si riempirebbe completamente e l’acqua, superato lo sbarramento, si riverserebbe violentemente nella valle del Tammaro con conseguenze disastrose”.

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