Donne violente. Problemi psichici per la donna che ha ucciso la figlia 13enne Chiara: “Avevamo chiesto l’affido al padre”.

Emergono ulteriori particolari dopo l’uccisione di Chiara Carta a Silì, piccola frazione del comune di Oristano in Sardegna. “Eravamo consapevoli dello stato di disagio mentale della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l’istanza è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea all’affidamento della figlia”.

Lo ha spiegato l’avvocato Filippo Cogotti, legale del padre Piero Carta. Negli ultimi tempi le tensioni tra madre e figlia sarebbero state frequenti. Ad aprile era nostra intenzione – spiega ancora l’avvocato – col divorzio, presentare una nuova istanza di affido. Ma c’è anche dell’altro: Chiara al compimento dei 14 anni, il prossimo 24 marzo, avrebbe potuto esprimere la sua preferenza davanti al giudice e decidere se stare con la madre o con il padre.

Ed è proprio questo il punto su cui si fa largo una terribile ipotesi: la donna, consapevole che a breve avrebbe potuto perdere la figlia, l’assegno di mantenimento e la casa, potrebbe aver deciso di uccidere la figlia e di farla finita gettandosi dalla finestra. O mia o di nessuno, cinico possesso omicida. Terribile, se si rivelasse fondata, l’ipotesi ventilata nell’articolo. L’assassinio della figlia nascerebbe non tanto dalla possibilità che Chiara andasse a vivere col padre, quanto dal timore di perdere i benefit accessori che il collocamento dei figli porta con sé: la casa e l’assegno.

Non sorprende che una precedente istanza – quella che forse avrebbe salvato la vita della povera Chiara – si stata rigettata. Per i professionisti che l’hanno visitata, la donna era perfettamente idonea all’affido della figlia. Già, infatti… Una madre è sempre idonea all’affidamento della prole, anche quando i segnali di un profondo disagio sono evidenziati dal ricovero per problemi psichici. Una generalizzata diffidenza c’è esclusivamente verso la figura paterna. Dalla lettera dei compagni di scuola: “La tua giovane vita, ancora in boccio, è stata spezzata dalla solitudine della disperazione”. Solitudine e disperazione? Capisco il tatto e la prudenza dei coetanei, non hanno l’età e quindi l’esperienza per scrivere la verità: Chiara è stata uccisa dal sistema giudiziario che non ha avuto il coraggio di proteggerla da una persona disturbata.

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