Caserta / Provincia. Spogliatoi mal tenuti, docce divelte e poco funzionanti, panchine arrugginite ed armadietti dell’anteguerra: tutti i problemi dello Stadio del Nuoto.
“Caro Presidente Magliocca, illo tempore lei ha definito la struttura fiore all’occhiello della provincia di Caserta. Perché non realizza seriamente il sogno della provincia…
La nota di Alessandro Cioffi.
“Dal mese di febbraio c.a., i black-out dello Stadio del Nuoto di Caserta, stanno mettendo a dura prova la pazienza degli iscritti. Se nel 2018 l’attuale presidente Magliocca dichiarava di aver rimesso i conti economici in ordine in appena tre mesi, offrendo un servizio sportivo alla comunità provinciale in totale sicurezza, avendo lo Stadio del Nuoto di Caserta tutte le certificazione in ordine, e dove la stessa struttura diventerà una fonte di reddito per le casse dell’Ente ed il suo fiore all’occhiello, forse il presidente Magliocca ha peccato di lungimiranza nel dire fiore all’occhiello.
Oggi 20.03.2023, ci troviamo nuovamente fuori dalla vasca. Non bastano gli spogliatoi mal tenuti, docce divelte e poco funzionanti, panchine arrugginite ed armadietti dell’anteguerra, ai tanti problemi che lo Stadio del Nuoto, si sovrappone anche quello del black-out. Problema molto noto a noi praticanti, che porta più delle volte ad immegerci in acque alquanto raffreddate. Dalle voci che arrivano da parte degli assistenti della struttura, la cosa sta peggiorando.
Ora la domanda sorge spontanea. Caro Presidente Magliocca, illo tempore lei ha definito la struttura fiore all’occhiello della provincia di Caserta. Perché non realizza seriamente il sogno della provincia, portando agli antichi albori la struttura, in modo che lo sport acquatico non si perde nel capoluogo casertano, con l’assunzione di responsabilità di ristruttura la struttura mettendo in condizione gli amanti dello sport acquatico di praticare in modo dignitoso quell’ora di benessere. Caro Presidente, da parte sua ci aspettiamo una ferma presa di posizione, senza se e senza ma. I praticanti ringraziano per l’impossibilità”.