Rivoluzionata la storia di Biancaneve, favola del 1937: non abbastanza femminista, non denuncia il cacciatore per tentato femminicidio, nè i 7 nani inventando false accuse di maltrattamenti.

Nella storia originale non si denuncia il principe per non averle chiesto il consenso prima di baciarla, non si fa assistere da un Centro Anti Violenza che nei processi si costituisce parte civile.

Dacci oggi la nostra lamentela quotidiana. Il delirio woke non conosce confini. “il cartone animato originale è uscito nel 1937 ed è una cosa che oggi è davvero, davvero evidente. Ci si concentra tantissimo sulla storia d’amore tra lei e questo tipo che letteralmente le fa stalking. Inquietante, davvero inquietante”.

Chi rilascia queste dichiarazioni è la tipa scelta per interpretare Biancaneve nell’ennesima rivisitazione politically correct destinata a svuotare le sale. Già, la favola deve essere rivoluzionata perché quella originale non è abbastanza femminista: Biancaneve non denuncia il cacciatore per tentato femminicidio, non denuncia i 7 nani inventando false accuse di maltrattamenti, non denuncia il principe per non averle chiesto il consenso prima di baciarla. Ma soprattutto non si fa assistere da un Centro Anti Violenza che nei processi si costituisce parte civile.

Il personaggio non è abbastanza vittima del patriarcato, cosa inaccettabile di questi tempi, poi la protagonista negativa è una donna, ancora più inaccettabile! Vanitosa fino all’estremo, egoista, narcisista e violenta, la Regina commissiona l’assassinio della ragazzina che ha la colpa di essere più bella di lei. Poi lo smidollato cacciatore non ha il coraggio di eseguire l’ordine, allora deve fare tutto da sola tramite mela avvelenata perché – si sa – non ci si può fidare degli uomini.

Per la protagonista del prossimo flop Disney è una storia di stalking. Il principe compare 20 secondi all’inizio del film, affascinato dal canto della ragazzina; poi sparisce e ricompare solo nella scena finale per salvarle la vita. Però secondo Rachel è uno stalker inquietante. Intere generazioni di bambine e bambini non sono rimaste affatto sconvolte dagli atti persecutori del principe, la storia di Biancaneve non è mani stata inquietante ma per fortuna arriva Rachel a spiegarci che è inquietante.

di Ivan Marra

Rachel Zegler è pronta a vestire i panni di Biancaneve, ma non per questo fa sconti alla precedente e storica versione dell’iconica principessa Disney: secondo la star di West Side Story, infatti, il film che diede il via alla dinastia dei Classici presenta più di un punto critico per quanto riguarda il rapporto tra Biancaneve e il principe.

Il parere di Zegler non è certo una novità: l’attrice ci aveva già parlato di una Biancaneve senza principe azzurro nell’imminente live-action, ma con le sue ultime dichiarazioni si è spinta addirittura oltre, bollando il salvataggio della nostra da parte del suo amato come di una vera e propria operazione di stalking da parte di quest’ultimo.

Voglio dire, il cartone animato originale è uscito nel 1937 ed è una cosa che oggi è davvero, davvero evidente. Ci si concentra tantissimo sulla storia d’amore tra lei e questo tipo che letteralmente le fa stalking. Inquietante, davvero inquietante, non faremo così stavolta” sono state le parole con cui l’attrice ha parlato della questione.

Per quanto ironiche, le dichiarazioni di Zegler lasciano dunque intendere la volontà di Disney di apportare importanti cambiamenti a certe dinamiche: favorevoli o contrari? Diteci la vostra nei commenti! Gal Gadot, intanto, ha confermato di aver sostenuto il provino per la Regina Cattiva in Biancaneve.

Biancaneve, Rachel Zegler cattivissima sull’originale: ‘Una storia di stalking’ (everyeye.it)

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