SPARANISE / BRANDIZZO. 5 operai morti, ora si indaga sui loro telefoni. Il testimone: “Salvo perché un collega mi tirò dalla maglietta”.

Da estrarre anche i dati delle due scatole nere del treno. Un altro testimone: “Ci mandano sui binari come se fosse un parco giochi, quella sera avrei dovuto lavorare con loro”. Tra i deceduti Giuseppe Sorvillo, 43 anni, (residente a Brandizzo ma di Sparanise)

Incidente di Brandizzo, nel Torinese, costato la vita a 5 persone: ora sotto controllo i telefoni cellulari di due delle cinque della tragedia. Rientra infatti tra gli elementi che verranno presi in esame dalla Procura di Ivrea (Torino) per valutare perché un treno li ha travolti e uccisi mentre lavoravano sui binari.

I telefonini sono quelli di Giuseppe Aversa, 49 anni, e di Giuseppe Lombardo, 52 anni. Tra il materiale sequestrato per il fascicolo seguito dalle pm Giulia Nicodemi e Valentina Bossi, ci sono inoltre i tablet del macchinista, Marcello Pugliese, 52 anni, e dell’altra persona che era con lui nella cabina di guida, Francesco Gioffrè, 29 anni.

Per analizzare il materiale la Procura adesso provvederà a nominare un consulente tecnico e agli accertamenti potranno partecipare gli indagati, che al momento restano due, il tecnico Rfi, Antonio Massa, 48 anni, e il caposquadra della Sigifer, Andrea Girardin Gibin, 53 anni, insieme ai loro legali e ai familiari delle vittime con eventuali consulenti propri.

L’altro fronte, quello giudiziario, ha visto arrivare in Procura a Ivrea (Torino) nel pomeriggio Francisco Martinez, 22 anni, collega della Sigifer e amico di Kevin. “Quattro mesi fa a Chivasso (Torino) ho rischiato di morire come Kevin. Se un collega non mi avesse afferrato per la maglietta tirandomi via dal treno, non sarei qui a raccontare”, riferisce per ora l’unico testimone, ma anche altri saranno ascoltati nei prossimi giorni. Con lui aveva parlato anche un altro collega e amico, Giuseppe Cisternino: “Ci mandano sui binari come se fosse un parco giochi, quella sera avrei dovuto lavorare con loro”.

Rfi aveve aprovveduto a commissionare i lavori di manutenzione ad una ditta con sede all’estero che a sua volta a subappaltato alla Sigifer, la ditta di Borgo Vercelli, dov’erano assunte le cinque vittime. «Abbiamo detto che i subappalti non sono tollerabili, perché l’impresa appaltatrice non è responsabile del subappalto, mentre il committente è responsabile dell’appalto ma non del subappalto» la confessione del segretario regionale Cgil, Giorgio Airaudo. Il segretario regionale della Uil in Piemonte, Gianni Cortese, chiede di escludere dagli appalti pubblici le aziende che trasgrediscono le norme relative alla sicurezza sul lavoro, premiando invece quelle che le rispettano con incentivi.

Le cinque persone decedute: Giuseppe Sorvillo, 43 anni, (residente a Brandizzo ma di Sparanise: lui è nato a Capua, padre di due bambini, la moglie Daniela è di Carinola); Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli. Illesi altri due: sotto shock il macchinista.

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