Donne assassine. Percuote violentemente il figlio di 3 mesi: ricoverato in ospedale in gravi condizioni muore poco dopo.
Neonato deceduto per “evidenza di traumatismi cerebrali e midollari con encefalopatia ipossico – vachemica”: la Procura non crede alla madre e scatta l’arresto.
Muore bimbo di tre mesi dopo le percosse, arrestata la madre residente in Provincia di Rovigo. La segnalazione è giunta dall’Ospedale di Padova, dove il bimbo era già arrivato in gravi condizioni, la Procura di Rovigo non crede alla madre e scatta l’arresto.
La Procura di Rovigo ha chiesto ed ottenuto l’arresto nei confronti di una donna, di nazionalità marocchina e residente in Provincia di Rovigo, indagata, in ipotesi accusatoria, del delitto in danno del figlio minore di maltrattamenti aggravati dalla morte della persona offesa. Lo comunica il Procuratore della Repubblica di Rovigo, dott.ssa Manuela Fasolato.
La misura cautelare è stata eseguita il 6 settembre dalla Squadra Mobile della Questura di Rovigo, cui erano state delegate le indagini avviate a seguito della segnalazione trasmessa dall’Ospedale di Padova relativa al decesso di un bimbo di tre mesi per “evidenza di traumatismi cerebrali e midollari con encefalopatia ipossico- vachemica”, lesioni ritenute incompatibili con il racconto fornito ai medici in merito a quanto successo al neonato, e compatibili invece con dinamiche tipiche della sindrome del bambino scosso con trauma cranico abusivo.
Teatro della vicenda il comune di Rosolina nei giorni di Ferragosto, la chiamata disperata al Suem 118 e il ricovero del bimbo di tre mesi all’Ospedale di Rovigo. I sanitari, viste le gravi condizioni, hanno trasferito il piccolo nel reparto specializzato di Padova, dove purtroppo è morto il 25 agosto. La Procura non ha creduto alla versione della madre 37enne (sposata e con un secondo figlio piccolo), ed ha delegato gli approfondimenti alla Squadra Mobile (in quei giorni ancora diretta dal commissario capo Andrea Ambrosino) che ha eseguito con tempestività le indagini, all’esito delle quali è emerso, in ipotesi accusatoria, la responsabilità della condotta in capo alla madre del piccolo, per cui ravvisandosi gravi indizi di colpevolezza e stringenti esigenze cautelari, è stata richiesta e applicata nei confronti di quest’ultima la misura della custodia cautelare in carcere.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia espletato dal Giudice per le indagini preliminari nei giorni scorsi, l’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere.