Donne e false accuse. Denuncia il compagno per maltrattamenti, poi si riconcilia con lui: non esisteva nulla.

Accusato. Processato. Prosciolto. Non esistevano i maltrattamenti denunciati, però il processo è andato avanti ugualmente nonostante la remissione di querela e la riconciliazione tra la sedicente vittima e l’uomo accusato di essere il suo carnefice.

Operaio assolto: gli episodi sono stati riqualificati alla fine del processo. La procura aveva chiesto la condanna a tre anni.

Accusato di maltrattamenti in famiglia per episodi avvenuti nell’arco di sette anni, dal 2013 al 2020, finisce sotto processo. Ma nel frattempo lei ritira la querela e si riappacifica col compagno. Il procedimento va avanti fino all’ultima udienza, in cui il pm ha chiesto la condanna a tre anni, il difensore l’assoluzione, e i giudici prosciolgono l’imputato.

È finito così il processo a carico di un 50enne dell’entroterra maceratese. L’uomo in passato era stato legato a una donna straniera e dalla loro relazione era nata una figlia. Nel 2020 la donna presentò una denuncia nei confronti del compagno, riferendo che dal 2013 in più occasioni l’aveva picchiata con schiaffi e pugni: era avvenuto a settembre 2013 perché mentre puliva la cucina non era andata a calmare la figlia che piangeva; a dicembre 2013 le avrebbe dato uno schiaffo; un anno e mezzo dopo, a giugno 2015, l’avrebbe insultata e minacciata per poi colpirla alla testa.

L’episodio successivo era avvenuto circa cinque anni più tardi, a febbraio 2020, quando al culmine di una discussione lui l’avrebbe presa a schiaffi, a maggio l’avrebbe colpita alla testa, infine il mese successivo le avrebbe tirato i capelli e l’avrebbe colpita alla testa. A quel punto la donna lo aveva denunciato.

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