PIEDIMONTE MATESE / ALIFE / BOJANO. Nella scuola il suddito potrebbe ancora essere miracolato e divenire cittadino: il monito di Pietro Calamandrei, padre costituzionalista.
Aurora Sanseverino che andava a caccia sul Matese rompendo le più marcate consuetudini locali “maschiliste”… il castello ducale dei nobili Gaetani
di Giuseppe Pace (autore di saggi sull’evoluzione del cittadino).
Nella scuola il suddito, nonostante i cambiamenti dell’ultimo mezzo secolo, potrebbe ancora essere miracolato e divenire cittadino. Questo monito, formulato da Pietro Calamandrei padre costituzionalista, è scritto nell’aula magna della scuola media “Giacomo Vitale” di Piedimonte Matese, dove si tengono corsi sulle legalità. Di ciò mi mi fa piacere perché sembra quasi un onorare la cultura laica di Calamandrei che attribuiva alla scuola il potere del miracolo.
A tali corsi dovrebbero partecipare pure i sacrati cattolici come alcuni vescovi che a Piedimonte non hanno dato segni di corretta legalità credendo di essere immuni dalla Legge italiana, dimenticando il motto Libero stato in libera Chiesa e non viceversa. Ho frequentato le scuole in questa cittadina, che negli anni 60 e 70 era già ricca di figli e nipoti delle arti liberali: (ingegneri, docenti, commercianti, elettricisti, falegnami, ecc..) formatisi, da più generazioni, intorno al castello ducale dei nobili Gaetani dei quali uno, Ranieri, mi fu compagno di classe all’Itis, figlio di un valente ingegnere.
Allora come ora la cittadina è abitata da molti residenti non nati e vissuti da sempre in loco, nonostante la vana ricerca identitaria, fatta propria dalla nuova maggioranza municipale, che ha scomodato cattedratici universitari per indicarla solo attraverso persone piedimontesi doc, dop e igt. Eppure Piedimonte Matese, ex d’Alife, ha oltre una trentina di comuni piccoli e grandi che frequentano le sue scuole, gli uffici pubblici e i servizi privati erogati da cittadini delle arti liberali. Più di 50 mila cittadini fanno capo ai servizi erogati in Piedimonte Matese, dove vi è pure la sede della Comunità Montana Matese con 17 comuni e oltre 40 mila residenti.
Questi ed altri cittadini se hanno usufruito del miracolo, delineato da P. Calamandrei, sono capaci di pensiero libero (arti liberali in contrapposizioni a quelle servili) soprattutto da alcuni politici politicanti, spesso ricchi di una retorica vuota di contenuto e servili al loro capo di corrente partitica spesso residente a Napoli. Seguo, da lontano grazie al sistema digitale ed amicale, le informazioni che entrano ed escono da Piedimonte Matese e paesi contermini come Alife più ricca di storia, d’agricoltura e di vita amicale.
Negli anni Settanta i politici piedimontesi ebbero un rigurgito di territorialismo biologico (o campanilismo culturale) e per non dipendere dal predicato Alife-rinnegando dunque la storia- lo cambiarono con Matese. Piedimonte Matese, indubbiamente, ha più segni di storia recente con la presenza anche della nobile, non piedimontese doc, Aurora Sanseverino, che già andava a Caccia sul Matese rompendo le più marcate consuetudini locali “maschiliste”, Il complesso monumentale di San Tommaso d’Aquino, del 1414, sotto al castello ducale di suo marito, testimonia anche il fervore delle arti liberali piedimontesi. L’aver presentato il mio libro dedicato a Piedimonte Matese tra Campania e Sannio (donato alla biblioteca A. Sanseverino, Asmv e Itis) prerentatomi da Paolo Mesolella, colto scrittore e giornalista oltre ad essere Dirigente Scolastico liceale, non servile della più ottusa burocrazia statalista e partitica locale) nell’ambiente delle Muse, o della Biblioteca civica A.Sanseverino, patrocinato dal Sindaco (precedente quello attuale), mi gratifica di poter continuare a scrivere di ambiente anche nativo e formativo per non dire adottivo, termine meno appropriato.
Piedimonte Matese ha una posizione geostorica ed economica non affatto trascurabile anche se è una periferia della periferia metropoli napoletana. La cittadina di 10,5 mila abitanti, ha avuto nel passato un territorio molto più esteso con i territori oggi di San Gregorio M., Castello M. e S. Potito S.. Le mura megalitiche del Cila, di recente, stanno dando nuove rivelazioni archeologiche e geostoriche che ipotizzerebbero, con vari segni d’accredito, la Porta Sud di Bovianum Vetus, la capitale dei Pentri, la più popolata delle tribù dei Sanniti federati con capitale a nord del Matese, Bojano.
Di tale riscoperta bisogna dare merito, non agli storici locali (che spesso scrivono e parlano di 1968 senza averlo vissuto e con ideologie proprie oscuranti il vero), ma, tra gli altri, all’Associazione “Cuore Sannita” con il colto Avv. Antonio Fattore e il più giovane Presidente. Anche il Naturalista N. Lombardi si è interessato con passione alle mura del Cila, sulla cui cima fu rinvenuto la statuetta greca del Corridore del Cila d’epoca Sannita, posta davanti il Municipio di Piedimonte Matese. Nel mio libro citato ho trattato dell’ambiente del Sannio Alifano fino ad oltre Caiazzo e Gallo e Letino. Rifare il Sannio significherebbe dare voce a non pochi piedimontesi che lo hanno intuito, da decenni, come il politico provinciale R. Ferraiuolo, l’Avv. e scrittore locale L. Cimino, i Mattei e i Consales di Sepicciano, A.Costarella, G.Scappaticcio, ecc.
Avevano intuito, con l’Avv. Giovanni Fappiano, che Piedimonte Matese potrebbe essere la V città del Sannio e non quasi l’ultima della Campania. A Meno di 20 km da Piedimonte Matese-Gioja S. c’è la cittadina di Bojano. L’ambiente bojanese non è molto simile a quello piedimontese, poichè, quest’ultimo risente di maggiore respiro di Napoli più vicina anche per qualche sciattoneria diffusa esternamente e nei comportamenti, a volte da Giano bifronte di alcuni che si fregiano del titolo di docente. Ma sulla maggiore affidabilità dei molisani rispetto ai campani ognuno è vittima di stereotipi e luoghi comuni. Lo studioso piedimontese, Dr. Rosario Di Lello, e l’Avv, Camillo Contenti (Camillo ha letto il mio “Canale di Pace (Evoluzione del cittadino, Amazon libri,it)”, pare che concordino con me ed altri sulla maggiore sobrietà, sincerità ed affidabilità dei molisani rispetto ai campani e dunque dei due versanti del Matese. Quando il piedimontese, dr. Giuseppe Cristinzo preparava la sua tesi di laurea in Economia e Commercio, notava che gli uffici pubblici del versante molisano del Matese e di Campobasso erano più attenti verso chi chiedeva delle proprie radici comuni e forniva meno pretesti per lavorare meno.
Indubbiamente l’ambente molisano in generale, almeno i figli e nipoti delle arti liberali, appare più provinciale, ma i suoi ospedali e scuole funzionano meglio degli omologhi ospedali pubblici e privati campani. Tanti matesini preferiscono operarsi a Campobasso e Isernia come mio cugino Giuseppe Pitocco di Letino e altri compaesani. Nel mio libro Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio, 2011, ho trattato soprattutto dell’ambiente piedimontese adottivo che letinese nativo. Certo le gratificazioni non abbondano e le delusioni sono più evidenti, ma forse aveva ragione un lettore attento, ex Ispettore scolastico a Bojano, che mi disse Corso dei Pentri: “il tuo lavoro va donato alle biblioteche per gli studenti ed altri, molti che lo hanno letto lo hanno apprezzato, ma in silenzio, alcuni politici che hai ”graffiato” ti faranno muovere più di qualche critica dissacrante”. Non scrivo per professione ma per ricerca libera da pregiudizi e neanche sotto la spada di Damocle di eventuali concorsi o premi. Da un po’ di tempo (come nei saggi ambientali edito da Amazon) immetto sempre più verità matematiche, fisiche, ecc, nelle mie dissertazioni ambientali. Una di esse si rifà alla legge fisica di Paul Dirac che aveva scoperto che”due sistemi distinti se vengono ad interagire per un certo periodo di tempo, non possono più essere analizzati come separati ma per una qualche sottile ragione non sono più distinti, costituiscono un unico sistema interdipendente”. Per me è stata una sorta di folgorazione sulla strada di Damasco, pardon di Piedimonte Matese, Letino, Bojano, Padova, ecc..