Agnone. Servizio 118 incompleto, paralizzato anche il Pronto soccorso: “Tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, anche chi vive in alto Molise”.

Con la demedicalizzazione notturna di Agnone restano attive H24 le postazioni di Isernia, Venafro e Trivento.

L’ambulanza del 118 ad Agnone che presa un servizio incompleto, senza medico a bordo nelle ore notturne: un servizio di emergenza urgenza del nosocomio “Caracciolo”, dunque, che paralizza anche il Pronto soccorso dell’ospedale di una area disagiata quale quella di Agnone. Un disservizio grave che si protrarrà anche nei prossimi giorni: “al momento è fino a disposizione contraria” – come precisa il sindacalista Bruno Delli Quadri: il medico a bordo dell’ambulanza, in alto Molise, ci sarà solo dalle ore 8:00 del mattino alle 20:00 di sera. Nelle ore notturne, invece, il servizio non potrà essere offerto.

“Togliere il medico sull’ambulanza ad Agnone è un atto di una violenza inaudita – commenta amareggiato il medico del 118 Ferdinando Carmosino. Tutti i cittadini hanno gli stessi diritti anche chi vive in alto Molise e il diritto alla salute e alle cure mediche mi pare sia scritto a chiare lettere anche nell’articolo 32 della Costituzione”. Con la demedicalizzazione notturna di Agnone restano attive H24 le postazioni di Isernia, Venafro e Trivento. Nella città capoluogo di provincia in essere ospedale e Pronto soccorso, con medici e infermieri; il nosocomio di Venafro dista soli 10 minuti dal “Veneziale”, ma l’Asrem ha pensa di tagliare il servizio di emergenza proprio ad Agnone, in alto Molise.

Vero è che statisticamente le emergenze urgenze sono minori nell’entroterra, per via della minore densità abitativa e dunque i medici vengono spostati come pedine dove teoricamente servono di più, tra Isernia e Venafro appunto. “Di fatto non solo Agnone, ma tutto l’alto Molise così viene lasciato scoperto durante tutta la notte – sempre secondo Carmosino. Pensiamo ad una emergenza sanitaria a Capracotta, tanto per fare un esempio: parte l’ambulanza dal “Caracciolo”, l’infermiere riferisce telefonicamente la sintomatologia e dalla centrale operativa decide l’invito di un’ambulanza medicalizzata, ad esempio da Trivento. Un’oretta per arrivare a Capracotta, prendere il paziente e partire, a seconda delle necessità, verso l’ospedale di Isernia o di Campobasso, dove realisticamente lo sventurato abitante di Capracotta arriverà dopo tre ore. Siamo abbondantemente oltre il tempo massimo, previsto anche dalle normative, entro il quale un cittadino italiano deve avere assicurato il diritto alle cure mediche. O forse in alto Molise sono cittadini di serie B o serie C?”.

Però vi è anche da aggiungere che il problema della disponibilità del personale: i medici dell’emergenza urgenza sono circa la metà di quelli che servirebbero all’Asrem per riuscire a coprire tutti i turni. Ma spostarli come pedine da una postazione all’altra non risolve il problema ma rischia di aggravarlo: “Spremere così i medici, facendo sobbarcare loro un carico di lavoro eccessivo, alla lunga non paga; anzi, magari chi potrà andare via, in Abruzzo o altrove, lo farà e il numero dei medici a disposizione dell’Asrem calerà ancora di più”.

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