Ponte / Paupisi. “I Rapisti” punta alla valorizzazione del vino con scelte lungimiranti per Ponte e per tutto il territorio.

Ci estendiamo su 17 ettari tra diversi paesi: Ponte, Guardia Sanframondi, Castelvenere, Torrecuso e Paupisi. E proprio da una zona di Paupisi, contrada Rapisti, viene il nome della nostra cantina…

“Valorizzare il nostro territorio, le nostre uve, il vino e naturalmente il nostro meraviglioso paesaggio”. Questa è la ricetta di Nicola Angelone, deus ex machina della cantina ‘I Rapisti’ di Ponte che in questi anni ha partecipato a tante iniziative enogastronomiche locali ma che quest’anno sta puntando ad eventi regionali per promuovere sempre più il territorio.

“Sono tanti i vini che produciamo – afferma ancora Angelone – aglianico e falanghina igt, barbera, greco, vino bianco Malvasia, la nostra ‘regina’ ossia la falanghina frizzante che va fortissima ed infine spumanti di falanghina ed extra-dry di moscato e falanghina chiamato ‘Quercus’. Quercus significa quercia e rappresenta appunto la nostra quercia secolare che sovrasta il nostro vigneto di falanghina”.

Nicola Angelone poi spiega che “la prima vendemmia è stata nel 2015 poche settimane prima dall’alluvione. Quindi, nonostante abbia arrecato danni ai soli vigneti di falanghina situati nella zona bassa dell’azienda, sono stato fortunato che non sia saltata tutta la vendemmia. Poi debbo dire – continua Nicola Angelone – che nel periodo del Covid-19, nonostante le restrizioni e i lockdown ho implementato le vendite. Ciò può sembrare strano ma, in particolare i vini sfusi sono andati fortissimi e ho fatto diverse consegne porta a porta con le dovute precauzioni”.

Angelone sottolinea che “la cantina è a conduzione familiare; nel 2014 mi sono laureato in enologia e nel 2015 sono partito con l’imbottigliamento. Curo quindi sia la parte agronomica della cantina e sia la parte enologica e naturalmente anche la commercializzazione. Ci estendiamo su 17 ettari tra diversi paesi: Ponte, Guardia Sanframondi, Castelvenere, Torrecuso e Paupisi. E proprio da una zona di Paupisi, contrada Rapisti, viene il nome della nostra cantina. Una contrada dove sono nati e vissuti i miei nonni e quindi mio padre che poi, sposandosi, si è trasferito a Ponte e qui sono nato. Il vino quindi è parte della nostra storia – spiega Angelone – produciamo 2.200 quintali di uva di cui 1000 quintali li incameriamo per la nostra azienda, mentre il resto lo vendiamo. Le uve sono così suddivise: 1000 quintali di Falanghina, 200 quintali di Barbera e poi tutto il resto Aglianico, Greco, Moscati, Sangiovese e Malvasia”.

Il futuro: “In prospettiva – continua Nicola Angelone – se le vendite continuano così dovrò necessariamente ampliare la struttura cercando di usufruire delle tante opportunità di finanziamento che arrivano dalla Regione Campania e dall’Europa. E poi cercheremo di partecipare sempre più ad eventi di rilevanza nazionale”.

Conclude Angelone: “Le nostre produzioni vinicole sono ancorate alla nostra area geografica e quindi sono competitive poiché il nostro territorio riesce ad esprimere qualità, notorietà ed identità. Ecco perché noi piccole cantine siamo le prime che valorizzano la specificità territoriale. Vignaioli che lo fanno innanzitutto per vocazione. In apparenza siamo cantine a conduzione familiare, difficile anche solo da conoscere e trovare, ma nella realtà siamo forze straordinarie che trainano il nettare dal punto di vista di identità e di cultura. Amiamo la nostra terra facendola esprimere con prodotti unici e di qualità. Il nostro modello – conclude Angelone – è solido e sostenibile e ci consente di fare scelte lungimiranti per noi ma soprattutto per Ponte e per tutto il territorio”.

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