Donne e false accuse. Denuncia abusi durante il lockdown, “mi hanno anche filmata”: assolti due giovani.
La ragazza si contraddice più volte e mente sui rapporti con gli amici dopo il presunto fattaccio.
Nel 2020 una ragazza accusa di violenza sessuale di gruppo e revenge porn due coetanei con i quali convive, ma nel 2023 entrambi assolti da tutti i capi di imputazione.
Durante il lockdown, da aprile a maggio 2020, quattro amici – tre ragazzi e una ragazza, tutti tra i 19 ed i 21 anni – decidono di convivere nell’appartamento dei genitori di uno dei quattro. Il sesso è una ovvia componente della scelta di promiscuità, ma la ragazza trova sul cellulare di uno degli amici un filmato che immortala le sue gesta.
Non fa alcun dramma ma chiede di rimuoverlo, e così viene fatto. La convivenza termina, ognuno torna alla propria casa ma i ragazzi continuano a sentirsi, vedersi e chattare, poi arriva il ripensamento: a luglio la ragazza sostiene di essere vittima di violenza sessuale e denuncia i due amici.
Vengono sequestrati i cellulari e sottoposti a perizia, emerge che il video incriminato non fu mai diffuso in rete e venne effettivamente cancellato dagli smartphone. La ragazza si contraddice più volte e mente sui rapporti con gli amici dopo il presunto fattaccio. Gli elementi raccolti portano il Gip Raffaella Ceccarelli a chiedere l’archiviazione ma la sedicente vittima si oppone: ha chiesto 50.000 euro di risarcimento e non molla.
Si va a processo Il clima era “quasi boccaccesco, di estrema libertà” hanno sostenuto in aula i difensori degli imputati, “nessun atto sessuale sarebbe stato compiuto senza consenso”. Anche in occasione dell’episodio contestato la ragazza dopo i primi approcci si sarebbe svegliata e non si sarebbe opposta in alcun modo al proseguimento del rapporto. Assolti entrambi gli imputati.
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