CAIAZZO. Monte Carmignano, non solo con la storia: i conti non tornano neanche in matematica.

Ho apprezzato molto l’iniziativa dell’ex sindaco Nicola Sorbo, che ha sempre mostrato grande sensibilità per la tragica vicenda di Monte Carmignano e che ora cerca di stimolare la discussione evidenziando che non tornano i conti con la storia di quell’efferato eccidio perpetrato nel 1943 durante la ritirata dei soldati tedeschi – la nota.

Molto opportuno organizzare sull’argomento un dibattito, programmato per martedì 17 giugno, presso l’oratorio della chiesa più vicina al luogo del tragico evento, cioè a Pantaniello, a un tiro di schioppo dalla masseria negli intenti destinata a diventare museo della memoria ma in realtà abbandonata al suo naturale degrado, tanto che sulla stessa campeggia una tabella, peraltro malamente apposta, che ne evidenzia la grave pericolosità.

Questo perchè, come dichiarato dall’attuale sindaco in risposta a un lettore che sollecitava l’attuazione del tanto sbandierato progetto, questo prevedeva una spesa di 50 mila euro, attesi dalla Germania che, però, nonostante la promessa, ne avrebbe inviato soltanto 30 mila.

Da altre dichiarazioni proprio di Sorbo, però risulta che dalla Germania sono puntualmente arrivati i 50 mila euro promessi per la bisogna, ragion per cui, non essendo la matematica un’opinione, i conti non tornano, mancano cioè ventimila euro che tutti abbiamo il diritto di sapere dove sono finiti, cioè che fine hanno fatto.

Ben venga, quindi, il tentativo di riconciliazione con la storia ma, per favore, facciamo tornare i conti anche con la matematica. Continuare a menare il can per l’aia significherebbe alimentare le illazioni più maliziose e certo non ne abbiamo bisogno ora che già se ne dicono tante.

Preghiamo quindi l’ex sindaco Sorbo di fare, nell’occasione, anche chiarezza numerica; allo stesso modo invochiamo chiarezza anche da Giaquinto poiche, a tal punto, sembra inevitabile che uno dei due abbia mentito… e ventimila euro non sono noccioline. PS. Preciso che il mio non deve intendersi quale plurale maiestatis ma quale espressioni di un interesse diffuso a conoscere finalmente la verità.

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