Alto Casertano / Agro Aversano. Cultura AgroSociale: ecoitinerari e farmer market tra legalità e inclusione.

Le azioni del progetto riguarderanno i Comuni in cui opera Agrorinasce (San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno), le comunità montane dell’Alto Casertano (Matese, Monte Maggiore e Monte Santa Croce) e il borgo di Monteverde

di Claudio Lombardi

Conoscenza del territorio, salvaguardia della biodiversità, educazione alimentare, rilancio del turismo e della cultura della legalità e dell’inclusione, formazione per i bambini. Il 7 luglio, dalle 10:00, al centro commerciale Jambo1, sulla Strada provinciale Trentola-Parete, a Trentola Ducenta, si terrà l’evento inaugurale di Cultura AgroSociale, un progetto di ampio respiro che intende recuperare la funzione sociale che l’agricoltura aveva nelle società rurali, fondata su solidarietà, integrazione, resilienza, coesione e valorizzazione della dimensione relazionale. In particolare, al termine dell’incontro-dibattito dal titolo “La storia di 25 anni di attività di Agrorinasce nella valorizzazione dei beni confiscati” e in concomitanza dell’apertura della mostra antologica che rilegge i 25 anni di attività dell’agenzia, è prevista una degustazione dei prodotti lavorati nei beni confiscati.

L’incontro con Agrorinasce

«Intrecceremo il cammino di Agrorinasce – rivela Giovanni Allucci, amministratore delegato – con le vicende umane, sociali e culturali che hanno segnato l’Agro Aversano e la provincia di Caserta, in un’ottica non celebrativa ma critica e consapevole dei risultati raggiunti e orientata ai progetti futuri». Agrorinasce è stata fondata in un pomeriggio d’autunno del 1998, a due anni dalle legge 109 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie e nell’ambito di una strategia più ampia dell’allora ministero dell’Interno nella lotta alle mafie. «In quel periodo – ricorda Allucci – abbiamo cominciato a lavorare sui beni confiscati alla camorra, non certamente semplice anche perché non tutti erano convinti o anche consapevoli che la lotta alle mafie fosse un compito che non poteva riguardava solo la magistratura e le forze di polizia ma dovesse coinvolgere la società civile. Sembrava una folle un’utopia: a distanza di 25 anni, abbiamo lavorato su circa 200 beni confiscati e amministriamo 150 beni confiscati, fonte di crescita sociale, civile ed economica».

Filiera corta, ecoitinerari e ospitalità

La degustazione sarà curata dal farmer market allestito grazie al progetto, promosso dai produttori uniti di Fattorie montane e sostenuto dalla Regione Campania e dall’assessorato alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili, retto da Lucia Fortini. «L’apertura dei farmer market – dichiara Giovanni Esposito, amministratore unico di Fattorie montane – è uno degli aspetti più qualificanti e innovativi di Cultura AgroSociale: rappresentano la risposta alla cosiddetta “filiera lunga” e ridanno centralità ai territori, assegnando ai contadini un ruolo attivo nelle economie locali». Nel corso mattina al Jambo1, saranno presentati anche gli ecoitinerari, che si articoleranno su due linee tematiche: la prima includerà gli “Ecoitinerari della cultura e della legalità”, curati dalle singole imprese agricole e dalle cooperative sociali, dedite ai servizi di ospitalità; la seconda riguarderà gli “Ecoitinerari dell’ambiente e della natura”, per vivere con un approccio globale e interdisciplinare l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, le fonti energetiche rinnovabili, la conservazione della biodiversità, la tutela dell’ambiente, in un’ottica di economia sociale e circolare; i servizi di ospitalità saranno sempre affidati ad aziende del partenariato. Tra mostre a tema, esposizioni animate, seminari e convegni, Cultura AgroSociale coinvolgerà una rete di aziende agricole, cooperative sociali, associazioni del terzo settore, player della grande distribuzione che già oggi offrono a migliaia di persone svantaggiate o emarginate opportunità di inserimento socio-lavorativo o servizi sociali, socio-sanitari ed educativi. «È stato immaginato – aggiunge Esposito – come un progetto di filiera, in cui un gruppo di soggetti concorrono, a vario titolo e con le proprie competenze, al raggiungimento di un obiettivo comune». Tra i partner ci sono, per l’appunto, Agrorinasce e il centro commerciale Jambo1, confiscato al clan dei casalesi e ad oggi modello di eccellenza nella gestione aziendale da parte dello Stato di un bene confiscato alla camorra.

Dall’Alto casertano all’Agro aversano

Le azioni del progetto riguarderanno i Comuni in cui opera Agrorinasce (San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno), le comunità montane dell’Alto Casertano (Matese, Monte Maggiore e Monte Santa Croce) e il borgo di Monteverde, in provincia di Avellino, dove, peraltro, sono state sperimentate tecnologie sulla mobilità assistita con la piattaforma “Able Up”, che hanno valso al borgo, nel 2019, il premio Access Award City della Commissione europea.

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