PIEDIMONTE MATESE / CAMPOLATTARO. Progetto Diga, appuntamento ieri nella provincia sannita. Della Rocca: “pronti a integrare il Masterplan con le indicazioni delle associazioni di categoria”.

realizzare infrastrutture di derivazione dall’adduttore primario e altri interventi in grado di dare acqua della diga a 18.000 ettari di territorio sannita.

di Paolo Bocchino (Il Mattino)

Dare più acqua all’agricoltura dalla diga di Campolattaro. Un obiettivo al quale bisognerà lavorare condeterminazione, ribadito ieri al tavolo convocato in Provincia dal presidente Nino Lombardi. Presenti ildirigente della Regione Romeo Melillo, i responsabili di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, il presidente del Consorzio di bonifica Sannio Alifano Franco Della Rocca con il direttore generale Massimo Natalizio e il dirigente dell’area tecnica Giuseppe Cefarelli.

Dal confronto è emersa la necessità di far sì che anche ilcomparto agricolo-zootecnico del Sannio riceva concreti benefici dalla entrata in esercizio, dopo 40 anni, dell’invaso sul Tammaro. Un evento che non è fuori luogo definire storico, ma che rischia di risultare moncose guardato dalla prospettiva del mondo rurale, ovvero quello che più rappresenta la provincia di Benevento.

L’allarme era già stato lanciato lo scorso anno dal leader di Coldiretti Gennarino Masiello, che avevastigmatizzato la totale mancanza di risultati tangibili per il settore primario dal progetto di funzionalizzazionevarato dalla Regione. Di recente ha fatto sentire la propria voce anche l’imprenditore Cosimo Rummo. L’iterè entrato in fase di gara con il bando pubblicato nei giorni scorsi da Palazzo Santa Lucia per l’assegnazionedella progettazione esecutiva e dei lavori. Ma nei circa 700 milioni sul piatto (200 milioni dal Pnrr e 500milioni di sponda regionale) c’è ben poco per l’agricoltura sannita. Al netto delle opere per l’uso idropotabileconsiderato prioritario, il progetto prevede infatti solo la realizzazione di un adduttore che trasporterà l’acquadal potabilizzatore di Ponte alle vasche di raccolta presso il bacino del Grassano, sostituendo di fatto l’acqua di Campolattaro a quella del telesino erogata dal Consorzio Sannio Alifano. Poco o niente arriverà nei campibeneventani, se si eccettuano i 4.000 ettari dei Comuni dell’area telesina già oggi irrigati dal Consorzio.

L’OBIETTIVO
Bisogna spostare molto più in alto l’asticella, hanno rivendicato con forza ieri i rappresentanti delle sigle dicategoria e la stessa Provincia. L’obiettivo stabilito è quello di realizzare infrastrutture di derivazione dall’adduttore primario e altri interventi in grado di dare acqua della diga a 18.000 ettari di territorio sannita. Un target che del resto appare assolutamente raggiungibile, se si considera che lo schema di riparto per quoted’utilizzo prevede l’assegnazione di ben 46 milioni di metri cubi d’acqua per la destinazione irrigua.

IL METODO
Ma come individuare i comprensori, e nel dettaglio i Comuni, ai quali dare la preziosa risorsa? Un nodocruciale che si riproporrà nelle prossime settimane. I responsabili del Consorzio Sannio Alifano si diconopronti ad ascoltare le organizzazioni di categoria: «Noi abbiamo già definito per grandi linee il masterplan concordato in sede regionale con la stipula del protocollo d’intesa di febbraio – ha assicurato al termine del confronto Della Rocca. Siamo pronti a integrarlo alla luce di ciò che indicheranno le associazioni di categoria del mondo agricolo. La base di partenza logica resta comunque lo studio redatto dal Centro di ricerca interdipartimentale dell’Università Federico II di Napoli, che individuava i 18mila ettari dell’arealesannita ottimali irrigabili per quota. Eventuali modifiche o incrementi andranno valutati in considerazionedelle caratteristiche orografiche del territorio e della ragionevolezza degli interventi a farsi».

Rivendicazionipressanti in merito sono state avanzate al tavolo dal numero uno della Cia Carmine Fusco, che ha chiesto conforza «priorità al Sannio». La Regione ha sollecitato la definizione rapida della fase di accordo territorialeper poi passare alla progettazione, ad opera del Consorzio di bonifica, e quindi al finanziamento per il quale,comunque, c’è la disponibilità di massima dell’ente campano. Nelle vesti di mediatore il presidenteLombardi: «Stiamo lavorando con il comune obiettivo di fare il meglio per il Sannio e per tutte le finalitàd’uso della risorsa idrica della diga. Siamo vicini a un traguardo storico, non dobbiamo comprometterlo consterili contrapposizioni. Lavoriamo alla definizione di un quadro di priorità condivise, tenendo conto che ladisponibilità non è illimitata. Credo che con il buon senso, troveremo la soluzione più giusta. Già per la finedel mese conto di convocare un nuovo incontro».

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