PIEDIMONTE MATESE / ALIFE. La Fontana in Piazza Cappello: “Riportare la Fontana Nuova al progetto originario di Parisi…”.

La “Fontana Nuova” opera dell’ Artista Alessandro Parisi nei versi del poeta Ludovico Paterno fino all’intervento “immotivato che ne vuole cambiare la sua originale natura e storia” passando per il silenzio assordante dell’ “Associazione Alessandro Parisi”

“Sento con sempre più insistenza parlare di “riportare la Fontana Nuova” al progetto originario di Parisi… ho una curiosità: chi si è investito di questo epico compito di restituire la fontana al suo presunto stato originario come se quello che era fino a non molto tempo fa, fosse stato un obrobrio, un mostro nero, un drago da sconfiggere??? – scrive il figlio del compianto Maestro Alessandro Parisi, originario di Alife.

“Condivido commosso queste parole che Valeriano Venneri ha voluto riservare a quanto sta accadendo alla Fontana Nuova di mio padre Alessandro Parisi. Venneri è uno storico e critico d’arte che ha curato il catalogo su Alessandro Parisi pittore scultore ed “architetto”;

Ha recensito il libro “La grande storia del Sannio a fumetti”; Ha curato mostre d’arte cui ha partecipato Alessandro Parisi. Ha recensito l’opera pubblica di mio padre ne ”Alessandro Parisi autore della Fontana Rivoluzionaria“, video youtube, in svariati articoli e nel succitato catalogo. E’ stato quindi cronologicamente, l’ultimo critico che ha seguito e curato l’opera di mio padre, nell’ultimo periodo della sua vita.

Il piangere disperato della Fontana Nuova a Piedimonte Matese

“Su un lato della Fontana Nuova opera dell’ Artista Alessandro Parisi, campeggiano questi versi del poeta Ludovico Paterno: “Puri e limpidi cristalli del tuo pianger Toran di Cila figlio”. Nel lontano 1981 (o 1987), l’amministrazione comunale indìce un concorso per abbellire e valorizzare l’emblematica e storica piazza del Carmine, a Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, nel Sud Italia. Tra i progetti pervenuti, dopo una selezione, la scelta – per fortuna – premia la proposta di un artista molto conosciuto e stimato che nella zona conoscono come l” Architetto” Alessandro Parisi.

L’intervento di valorizzazione pensato da Parisi è innovativo, soprattutto per l’epoca. Nei primi anni Ottanta del Novecento le fontane dei paesi del Sud Italia potevano essere prodotte e realizzate in serie, con lo stesso disegno, gli stessi angeli, gli stessi personaggi mitologici, con blocchi di marmo e lo zampillio centrale dell’acqua. Parisi ha un’idea innovativa: profondo conoscitore della storia e del territorio che lo vede nascere nel 1946 ad Alife, pensa a un’opera d’arte in cui venga rappresentato il Monte Cila, fonte d’acqua, in questa zona, con i fiumi Maretto e Torano, prendendo come ispirazione i versi del poeta Paterno succitati.

Da testimonianze di schizzi e disegni eseguiti dal Maestro Alessandro Parisi, sappiamo che il progetto è stato il frutto di un chiaro processo creativo che ha portato dall’idea della fontana alla sua realizzazione attraverso diversi passi sucessivi. Sin dall’inizio, vista la novità iconográfica legata al territorio, sembra palese che ci saranno difficoltà tecniche. L’artista vuole rappresentare le vette del Matese , le sorgenti del Matese, e i torrenti che giungono al piano, quello che l’artista alifano definisce “acqua cheta”.

Le vette del Matese saranno rappresentate da una struttura verticale, alla sommità della quale sgorga l’acqua; i torrenti sono rappresentati da due bracci e l’acqua raggiunge le due vasche dove si raccoglie la preziosa risorsa liquida. L’idea di creare un’opera d’arte che racchiudesse la morfologia e la storia del territorio, la poesia e la letteratura, viene concepita dal Maestro Parisi come un’opera d’arte concettuale di geometrie semplificate. Il risultato dell’opera d’arte – ribadisco l’importanza di considerarla un’opera d’arte, in quanto racchiude un’idea, un processo creativo e un processo realizzativo – è eccezionale. Ci sono tuttavia delle difficoltà tecniche dovute al pompaggio dell’acqua, che portano alcuni a pensare che meglio sarebbe eliminare la Fontana del professor e artista Parisi.

Lo stato di incuria e abbandono in cui versa la meravigliosa Fontana diventa un problema per i piedimontesi; così emerge l’idea, nei primi anni del Duemila, precisamente nel 2012, di eliminare l’opera. In una lettera accorata e appassionata, ma soprattutto pacata, l’artista alifano Parisi illustra l’importanza e il valore simbolico della Fontana. Un gruppo di cittadini di Piedimonte, Alife e associazioni del posto danno una seconda vita alla Fontana, casualmente rinaugurata pochi giorni dopo la morte dell’artista che ha realizzato l’opera.

Negli ultimi giorni, un intervento immotivato ne vuole cambiare la sua originale natura e storia, non rispettando l’idea e realizzazione di Parisi. L’intervento inadeguato dimostra poca sensibilità verso un’opera d’arte che può piacere o no, ma che rappresenta un valore identitario e simbolico per Piedimonte Matese e luoghi limitrofi. Gli interventi su un lavoro artistico dovrebbero concentrarsi sulla conservazione e valorizzazione del bene artistico e non nello smantellamento e svuotamento dell’idea originaria dell’artista. È un modo di agire azzardato e frutto di una mancata riflessione sul concetto di bene artistico: i beni archeologici, artistici, storicivanno conservati, salvaguardati e consegnati alle generazioni attuali e future, non modificate per il capriccio di singole persone o personalità. Credo che questa volta il pianto non riguardi i versi del poeta Ludovico Paterno, all’inizio dell’articolo; in questo caso si parla di lacrime amare e pregne di delusione che versiamo noi, amanti dell’arte e delle opere d’arte; e forse, dal cielo – anzi sicuramente – anche l’ “Architetto” Parisi disapproverà questa usurpazione che si sta perpetrando nei confronti della sua originale opera d’arte”.

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