PIEDIMONTE MATESE / BOJANO. Valorizzare l’ambiente dell’intero Matese con Guide Turistiche Professionali.

“Punti d’attrazione turistica del Matese”… in Molise tutto funziona meglio della Campania… transumanza orizzontale tra Abruzzo e Puglia e verticale tra Matese e Campania e tra Matese e Molise, gite organizzate da Campitello Matese

di Giuseppe Pace

Quest’anno il turismo in Italia ha mostrato ancora una volta di essere la prima voce delle entrate della bilancia commerciale. Ma si potrebbe fare di più per attirare più turisti nell’immenso giacimento naturale e culturale italiano se diminuisse sia la burocrazia statalista che le passerelle mediatiche di non pochi politici dalla visione miope. Perchè non organizzarsi bene per predisporre il servizio efficiente delle Guide Turistiche Professionali del Molise, della Campania e dell’intero Matese che di fatto è un parco naturale interregionale sotto l’ombrello statalista del parco nazionale, che fa giungere personale amministrativo e direttivo da lontano insieme ai fondi per sopravvivere.

Per gli esperti di Parchi Naturali non ci sono dubbi che il parco nazionale sia meno indicato di quello regionale e a maggior ragione interregionale. Quest’ultimo ha meno burocrazia, più vicino ai poteri degli enti locali comunali, provinciali e regionali che sono espressione delle regole del gioco democratico, previsto costituzionalmente.

Nel 1990, tenni un corso di aggiornamento professionale al Collegio Provinciale dei Geometri di Padova e una delle 5 relazioni d’Ecologia Umana applicata sull’uso dell’ambiente, trattai delle luci ed ombre dei parchi nazionali e regionali. Alla Camera di Commercio di Campobasso nel 1994, invece, tenni una relazione, alle Guide Turistiche in formazione, sui “Punti d’attrazione turistica del Matese”. Si sa, vox populi, che in Molise tutto funziona meglio della Campania ad iniziare dagli ospedali, scuole, trasporti, ecc. sia pure in un ambiente naturale e culturale meno vasto e ricco di varianti, insomma siamo in ambiente anche più provinciale.

Eppure la Campania, che è la seconda regione d’Italia per popolazione e la prima per giacimenti archeologici, richiami turistici con Napoli ai massimi storici di boom turistico in agosto in corso, di guide turistiche neanche l’ombra, tutto si improvvisa e a volte anche bene. Non molti forse sanno che collegato al Piano Strategico del Turismo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 luglio c.a., vi è un disegno di legge sulla «Disciplina della professione di guida turistica». Si tratta di una innovazione necessaria che il colto Ministro napoletano ha saputo promuovere meglio del precedente e dell’opposizione, che sta facendo solo polemica spicciola e propone leggi e comportamenti come se fosse maggioranza votata dal popolo italiano, forse è ben conscia di disporre ancora della Tv e dei media di maggiore proselitismo dei figli del Sessantotto, che a maggioranza, divennero marxisisti nelle Università e fuori.

Fu la media borghesia che subì tale mutamento, i figli dei ceti meno abbienti avevano altri problemi che organizzare proteste di moda corrente. Predisporre Guide Turistiche con albo regionale e nazionale è cosa buona e giusta per evitare improvvisazioni frequenti molto osservate dai turisti tedeschi, statunitensi, canadesi, francesi, belgi, olandesi, ecc. L’obiettivo, apprezzabile, è quello di «creare un ordinamento professionale univoco delle guide turistiche, regolamentandone i principi fondamentali e definendo uno standard omogeneo dei livelli della prestazione per tutto il territorio nazionale». L’albo delle guide comporta una valutazione e un riconoscimento delle competenze e riduce il fenomeno dell’abusivismo. Dopo un periodo transitorio si accederà previo esame. Chi lo supera verrà inserito in elenco nazionale delle guide turistiche, e solo allora sarà abilitato alla professione. San Giuliano, Ministro capace applica la meritocrazia mentre il suo collega al Miur (oggi Ministero Istruzione e Merito (MIM) e Ministero Università e Ricerca (MUR) ne parla solo, a me pare nonostante abbia voluto che il dicastero si appellasse d’istruzione e merito.

Tra i requisiti di superamento dell’esame di Guide Turistiche vi saranno competenze relative all’identità territoriale (non solo ambiente naturale, ma pure culturale con storia, arte, gastronomia, tradizioni, ecc.). Poi ci sarà parre la figura del destination manager, che si occupa della promozione e del rilancio turistico di un dato territorio e tra le cui competenze c’è la capacità di progettare in modo sostenibile per costruire la destinazione turistica a misura d’uomo valorizzata da indicatori di benessere durevole.  In Val di Fassa ad esempio una giovane donna laureata è stata promossa a Guida Alpina, perché non predisporre Guide Appenniniche che possano illustrare anche i tratturi della transumanza orizzontale tra Abruzzo e Puglia e verticale tra Matese e Campania e tra Matese e Molise. Per la storia legata alla civiltà millenaria della Transumanza-riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale, bisogna illustrare anche la storia dei Sanniti che iniziarono la Primavera Sacra dalla Sabinia fino alle valli molisane, campane e pugliesi.

Una di tale valli è quella di Bojano, dove da un ventennio si festeggia il Ver Sacrum o Fondazione i Bojano del VII sec. a.C. quando 7 mila Sabini guidati dal “bue sacro” si fermarono alle soorgenti del fiume Biferno a Nord del Matese lungo il tratturo Pescasseroli-Candela. Una cosa singolare voglio farla notare: Solo tre regioni hanno lo stamma dei Sanniti e sono la Toscana, l’Abruzzo e la Puglia. Sempre in Molise anni fa vi erano gite organizzate da Campitello Matese per portare i turisti a visitare alcuni paesi molisani, pranzare in alberghi convenzionati e rientrare di sera. Vi partecipai una volta con una decina di canadesi, ex emigrati molisani. Fu interessante e innovativo. Sul versante campano del Matese si fa meno d’estate, tranne le feste dei briganti che filosofi filoborbonici promuovono a iosa.

Il treno bianco della neve che da Napoli conduceva i turisti a Piedimonte d’Alife e poi in corriera fino a Bocca della Selva è durato poco come un lungo temporale provvidenziale estivo. Una volta alla Reggia di Caserta, vi era una guida che parlava soli il vernacolo e conosceva a memoria il numero di camere e finestre della sontuosa reggia borbonica, ma non conosceva altro, mi sembrò patetico e non fui il solo dei presenti paganti il biglietto d’ingresso e di guida. Idem si verificò alla Sibilla Cumana a Pozzuoli, dove decine di impiegati giocavano a carte e bevevano vino all’ombra estiva, ma di guida neanche un’ombra cultrale, mentre all’anfiteatro di Pompei le spine giungevano quasi a metà spazio scenico, ma erano altri anni, quelli del tirare a campare e fare il favore all’amico dell’amico. Sulla vetta del cono vulcanico del Vesuvio nell’estate del 1984 notai alcune guide abusive intente a spillare soldi alle turiste alle quali soffiavano fumo vulcanico sotto le lunghe gonne per il mito fallico della fertilità, che ad Isernia nel 1700 scandalizzò l’ambasciatore inglese in visita alla città in occasione della festa dei santi Cosma e Damiano con processione e rito dei ceri accessi a forma fallica portati da alcune donne, senza ancora figli. Ma erano anche questi altri tempi. Oggi l’Italia con la Campania, il Molise e il Matese, necessità di innovazione non solo di conservazione, della misera!

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