SPARANISE / BRANDIZZO. La moglie di Giuseppe Sorvillo, rimasta vedova con 2 figli: “Quella sera non voleva andare a lavoro, aveva un presentimento”.

La signora Daniela Tommasiello, originaria di Carinola: “Alle 5.30 ho visto che non era a casa, non era un ritardo comune. Ho guardato i social e c’era il link della notizia”.

A due settimane dalla strage di Brandizzo, proseguono senza sosta le indagini che vede indagati anche i vertici della Sigifer. In quell’incidente hanno perso la vita ben 5 persone: il 43enne di Sparanise, Giuseppe Sorvillo, residente a Brandizzo ma originario del paesino del casertano (lui era nato a Capua, padre di due bambini, la moglie Daniela è di Carinola); quindi Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli. 

A parlare adesso è proprio la signora Daniela Tommasiello, moglie di Giuseppe Sorvillo: “Mi ha detto che non se la sentiva di andare quella sera sul cantiere. Forse non stava bene. Io ho fatto anche una battuta: “ma perché non chiami per dirglielo e resti qui con noi?”. Pare che lo stesso Sorvillo sia andato avanti e indietro per ben tre volte perché continuava a dimenticarsi qualcosa, fino a che a un certo punto avrebbe esclamato: “Vado davvero questa volta, ci vediamo domani”, ma purtroppo non ha fatto più ritorno.

“Alle 5.30 ho visto che non era a casa, non era un ritardo comune. Ho guardato i social e c’era il link della notizia. Un nostro parente è andato in stazione, è tornato e me lo ha detto sulla soglia della porta. Accanto a me c’erano anche i bambini, lo hanno saputo così” – racconta la donna. “C’è rabbia, ma non voglio puntare il dito contro nessuno. Certo, pretendo che non passi lui per incosciente”.

Sorvillo aveva lasciato un lavoro a tempo indeterminato per iniziare a lavorare in Sigifer: avrebbe guadagnato circa 400 euro in più al mese, indispensabili per riuscire a pagare il mutuo. “Avremmo dovuto togliere qualcosa ai ragazzi e né io né lui abbiamo mai pensato di farlo. Viviamo per i bimbi”.

Intanto salgono a 6 il numero degli indagati, sono i vertici e i quadri dell’azienda di Borgo Vercelli e la stessa azienda Sigifer. A breve il lavoro di perizia, disposto dalla procura di Ivrea, sui tablet dei macchinisti del treno, sulle scatole nere del convoglio e sui telefoni cellulari di due vittime trovati sul luogo della tragedia ancora parzialmente funzionanti.

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