Genitore prevalente e genitore marginale. Lei spinge la figlia minorenne tra le braccia del compagno, la Procura chiede 6 anni e 8 mesi di reclusione.

viveva con la mamma perché in Italia funziona così di default: le mamme sono migliori a prescindere… lei chiama “la mia vera mamma” la nuova compagna del padre… denuncia, processo: la ragazzina vive adesso con il papà che ha ottenuto l’affido esclusivo.

Emergono altri particolari sul caso esploso a febbraio: la ragazzina 12enne coinvolta dalla madre nei giochi erotici col nuovo compagno. Figlia di genitori separati, vive con la mamma perché in Italia funziona così di default: le mamme sono migliori a prescindere. Però subisce attenzioni particolari da parte del “nuovo compagno” della madre – fatto tutt’altro che raro nelle cronache giudiziarie – ed è proprio la madre a spingerla, insegnandole come si masturba un uomo.

Fotografa la figlia in pose hard e la prepara ad incontrare il proprio compagno 40enne, dice l’articolo: “La mamma inizia quindi a scattare immagini proibite della figlia, istantanee pedopornografiche che invia al compagno, che le chiede di organizzare un incontro. La donna quindi dice alla figlia di indossare abbigliamento intimo sexy e un vestitino succinto”.

Da leggere il seguito, a me fa schifo scriverlo. Nell’estate del 2020 racconta ciò che ha dovuto subire alla nuova compagna del padre, che lei chiama “la mia vera mamma”. Il padre denuncia, si avvia la fase istruttoria e poi il processo. La ragazzina vive adesso con il papà che ha ottenuto l’affido esclusivo.

Adesso. Prima no, non sia mai. Il padre era il genitore marginale come da prassi, la mamma era il genitore prevalente come da prassi, era migliore del padre come da prassi, era accudente e protettiva come da prassi. Il tutto, ovviamente, nell’interesse superiore della figlia.

L’avvocato della signora, anche questo come da prassi, tenta la carta della deresponsabilizzazione totale della donna: è stata condizionata dal nuovo compagno, oppure sarebbe affetta da un potenziale vizio di mente. Insomma, sarà anche organizzatrice e correa delle violenze sessuali sulla figlia, ma non ha alcuna colpa: o è plagiata, o è matta. Il pubblico ministero Barbara Sabattini ha chiesto nei confronti della madre la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione, sentenza a novembre.

di Denis Barea

Il processo in abbreviato alla 40enne che avrebbe “insegnato” alla piccola come dare piacere si avvia alla conclusione. Il 7 novembre prossimo sarà letta la sentenza. Il difensore della donna ha invocato il vizio di mente. L’altro imputato ha rinunciato al rito alternativo.

Ci sarà il 7 novembre prossimo la sentenza nel processo – che si svolge con il rito abbreviato – che vede sul banco degli imputati una donna 40enne, residente nell’hinterland trevigiano, accusata di violenza sessuale nei confronti della figlia, cui avrebbe avrebbe “insegnato” come poteva fare a procurare piacere al compagno. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Aldo Masserut, ha rinunciato al rito alternativo e, sempre a novembre, saprà se dovrà andare a giudizio. Il pubblico ministero Barbara Sabattini ha chiesto nei confronti della madre la condanna a 6 anni e 8 mesi di carcere…

Tutti i fatti su trevisotoday.it

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