Donne assassine. Caryl Menghetti, il marito massacrato con coltellate a collo e addome. La figlia di 5 anni affidata ai parenti: “Non ha visto nulla”.

Dall’autopsia si chiarirà il numero esatto delle coltellate e se quella al collo possa essere stata fatale per l’uomo, che non avrebbe nemmeno fatto in tempo a difendersi. Sequestrato il coltello da cucina che la donna assassina ha utilizzato

Ha ucciso il marito colpendolo con diverse coltellate all’addome e al collo, nella camera da letto della loro villetta di Martinengo, nella Bassa bergamasca, dove c’era anche la loro figlia di soli 5 anni, che non si è accorta di nulla. Soltanto poche ore prima dell’omicidio, nel pomeriggio di ieri l’altro, giovedì 25 gennaio, la 45enne Caryl Menghetti era stata sottoposta all’ospedale di Treviglio ad una visita psichiatrica, poi però subito dimessa con l’indicazione di seguire una terapia farmacologica.

Ad accompagnarla in ospedale e poi a casa era stato lo stesso marito, Diego Rota, falegname 55enne che l’aveva seguita nei suoi problemi di salute mentale anche nel 2020, quando era stata ricoverata nella stessa struttura sanitaria, nel reparto di Psichiatria. L’altro attorno alle 23.30, il raptus, nella villetta di via Cascina Lombarda, alla periferia della città.

L’allarme al 112 segnlato da un familiare della donna, che quando sono arrivati i carabinieri non ha opposto resistenza all‘arresto, ora in carcere a Bergamo con l’accusa di omicidio volontario. Nei prossimi giorni sarà ascoltata dal GIP, mentre la salma del marito portata all’obitorio di Bergamo per l‘autopsia, che chiarirà il numero esatto delle coltellate e se quella al collo possa essere stata fatale per l’uomo, che non avrebbe nemmeno fatto in tempo a difendersi.

La donna assassina, originaria di Vercelli e figlia di una famiglia di giostrai, avrebbe sorpreso il marito all’improvviso, neppure al culmine di un litigio: la coppia era del tutto sconosciuta ai carabinieri, che in questa prima fase delle indagini hanno escluso pregressi episodi di maltrattamenti in famiglia. Non sono emerse criticità nel rapporto di coppia: gli unici problemi erano di natura psichica e riguardavano appunto la moglie, per questo in cura da almeno tre anni. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Bergamo, hanno spiegato che la donna nell’ultimo periodo aveva vissuto delle problematiche lavorative e personali che “avevano inciso in modo assai rilevante sul suo stato emotivo”.

Un’altra Procura, quella dei minori di Brescia, ha già disposto l’affidamento della bambina ai familiari, alcuni alloggiati al piano interrato della stessa palazzina mentre il piano terra, teatro del delitto, è stato posto sotto sequestro. Il coltello da cucina usato per compiere il delitto è stato trovato in casa e anch’esso posto sotto sequestro. In passato Menghetti aveva lavorato come estetista, mentre di recente si era avvicinata alla stessa tipologia di attività della sua famiglia.

Tutti i fatti su Leggo.

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