Caserta. L’Istituto Tecnico “Michelangelo Buonarroti” alla Conferenza Internazionale Mun Unesco di Cividale del Friuli.

 caserta istituto buonarroti

Hanno partecipato gli allievi Viviana Schisa e Angelo Monaco della 5^ B Turistico, Antonio Munno 4^ C Costruzioni, Ambiente e Territorio, e il professore Antonio Rea.

di Gabriella Montanaro

Una delegazione dell’Istituto Tecnico “Buonarroti” di Caserta ha partecipato con successo alla I edizione del “Cfumunesco”, acronimo di “Cividale del Friuli Model United Nations Unesco”, una Conferenza internazionale dove si simulano i processi di formazione delle decisioni nell’ambito degli organismi delle Nazioni Unite, rendendone protagonisti gli studenti dai 14 ai 19 anni nel ruolo di diplomatici rappresentanti tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite. 180 i delegati, provenienti dalle scuole di 15 Paesi (dalla Russia alle Isole Mauritius, dall’Oman al Canada), che hanno partecipato al MUN di Cividale del Friuli, tra questi anche tre studenti e un docente del Buonarroti: Viviana Schisa e Angelo Monaco della 5^ B Turistico, Antonio Munno 4^ C Costruzioni, Ambiente e Territorio, e il professore Antonio Rea. “Ogni anno, a partire dalle prime esperienze del THIMUN (The Hague International Model United Nations) che risalgono ormai a quasi cinquanta anni fa – spiega la dirigente Antonia Di Pippo che ha fortemente appoggiato questa iniziativa considerato che l’Istituto da lei diretto è già membro delle “Scuole in rete Unesco-Italia”- si svolgono in tutto il mondo esperienze del genere, promosse da Enti ed Associazioni pubbliche o private. Il Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli, forte delle esperienze maturate dai suoi studenti in questo campo fin dal 2006, ha voluto avventurarsi quest’anno, lo scorso novembre, nell’impresa di organizzare un’edizione italiana del MUN, una delle poche che si svolgono in Italia, avvalendosi della collaborazione del Comune, della Provincia di Udine e della Regione Friuli Venezia Giulia. Ciò che ha caratterizzato questa iniziativa, distinguendola dalle altre – aggiunge la Di Pippo – sta nel fatto che essa è stata organizzata interamente dagli studenti. Sono stati, infatti, loro, pur sostenuti dai docenti e dal Direttore, a progettare il programma e a preparare la documentazione relativa alle tematiche da affrontare nella Conferenza, a guidare i comitati di lavoro, a gestire le fasi organizzative, compresi gli aspetti logistici per lo svolgimento dei lavori, l’accoglienza e la sistemazione delle delegazioni scolastiche”. “I 180 delegati – chiarisce Antonio Rea, docente che ha accompagnato gli alunni a Cividale del Friuli – si sono confrontati sul tema scelto per la discussione “To protect and preserve”, peraltro uno dei principali obiettivi dell’Unesco. Questa tematica è stata affrontata dai cinque Comitati in cui è stata articolata l’Assemblea generale, secondo l’ottica specifica di ciascuno: il Consiglio di Sicurezza, il Comitato per il Disarmo e la Sicurezza Internazionale, il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la Commissione per l’Ambiente, il Comitato Unesco. Proprio la presenza di quest’ultimo Comitato ha rappresentato la novità con cui si è voluta caratterizzare la Conferenza di Cividale, che ha dato un’impronta comune ai lavori di tutti i gruppi”. “Ognuno di questi Forum – chiarisce la delegata casertana Viviana Schisa – ha dovuto produrre una risoluzione relativa a tre tematiche attinenti a ciascuna area; questo è avvenuto a partire dalle bozze di risoluzione che ciascun delegato ha dovuto elaborare a scuola in preparazione della sua partecipazione alla Conferenza e che ha proposto nel proprio gruppo di lavoro”. “A Cividale del Friuli, poi – spiega l’altro delegato Antonio Munno – si sono svolti il confronto e la “contrattazione” per selezionare ed unificare le proposte, il dibattito di presentazione e le deliberazioni, il tutto secondo l’esatto protocollo delle sedute ufficiali delle Nazioni Unite”. “Così come nelle sedi ufficiali delle Organizzazioni Internazionali, in tutte le attività – aggiunge il terzo delegato del Buonarroti Angelo Monaco – è stato utilizzato l’Inglese come lingua della comunicazione. Le risoluzioni finali, tre per ciascun forum, sono state quindi fatte proprie dall’Assemblea Generale e trasmesse alle Nazioni Unite, come contributo propositivo di noi giovani alla risoluzione delle più urgenti emergenze che il mondo si trova oggi a vivere”. “E’ stata un’esperienza molto proficua ed interessante – afferma la preside che ci tiene a sottolineare altresì il significato di questa iniziativa – pur trattandosi di una “simulazione”, attraverso un “gioco di ruolo” vissuto con la più grande serietà, oltre alle competenze nella lingua inglese, gli studenti sono stati stimolati a sviluppare ed utilizzare una vasta gamma di abilità: dal tenere discorsi davanti ad un pubblico alla comunicazione in un gruppo, dall’ascolto attivo alla negoziazione e ricerca del consenso, dal prendere appunti alla scrittura tecnica, dalla ricerca e analisi di questioni politiche e sociali alla risoluzione di conflitti. Ma tutte queste abilità – conclude la Di Pippo – sono in ultima analisi finalizzate alla promozione di una competenza sociale più alta quale la soluzione cooperativa dei problemi, azione rafforzata dal carattere non competitivo di esperienze come questa”.

caseta buonarroti

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