Bojano / Telese / Agnone / Capracotta / Londra. Al British Museum reperti di valore anche religioso del Sannio da conoscere.
Dalla riesumazione a Bojano, Telese con punte di selce e di Capracotta… i reperti del Sannio come la Tavola Osca di Agnone… Giangregorio Falconi nelle vicinanze del Monte del Cerro, tra Agnone e Capracotta… il tempio italico di Pietrabbondante
di Giuseppe Pace
Sulla recente e periodica riesumazione a Bojano (CB) della Tavola degli Dei o Tavola Osca del Sannio per porre dubbi su dubbi, voglio dire la mia anche per ribadire che al British Museum vi sono più reperti del Sannio. Essi testimoniano la parte di storia dell’ambiente del territorio di Telese con punte di selce e di Capracotta con le preghiere dei Sanniti ai loro dei, manca ancora il candelabro di Colle d’Anchise della famiglia Angelo Bernardo, che ho trattato in altri articoli per valorizzarlo. Sulla disputa se è verace o falsata la Tavola degli Dei del Sannio a Londra, mi interessa molto meno del suo vero contenuto e vorrei anche dire che le 2 Atene del Sannio (Agnone e Bojano) potrebbero anche lavarsi i panni sporchi in ambiente locale e non mondiale facendo emergere la facile tendenza al vezzo del bastiancontrario. Riporto ciò che ho scritto nel mio saggio ambientale, Canale di Pace, che lungo il tratturo dell’evoluzione sociale con il primato della cultura sulla natura si può giungere alla fine della guerra fredda e alle minacce di quella calda-nucleare.
3.7. Ambiente dei Castelli e musei in Gran Bretagna.
Non poche scoperte e conquiste sociali dell’umanità si devono alla nobiltà inglese e alle arti liberali, accresciute di numero soprattutto durante l’impero, similmente alla Repubblica Marinara di Venezia. La Gran Bretagna rappresenta per il mondo la nascita della rivoluzione industriale e della democrazia moderna. In essa si rispecchiano storicamente gli attuali cittadini anche per la liberale riduzione delle differenze tra nobili e plebei. L’ambiente del Northumberland è un paradiso per appassionati di castelli, con oltre una dozzina di imponenti fortezze testimoni di secoli di lotte e tensioni di confine con i vicini Scozzesi. L’isolato luogo in cui si trova il Castello di Dustanburgh, che è raggiungibile solamente a piedi, fa sì che le sue sbalorditive rovine siano tra le meno note della Gran Bretagna, nonostante sia uno dei suoi più evocativi manieri.
L’imponente residenza dei re del Northumberland doveva necessariamente avere una collocazione migliore rispetto a tutti gli altri castelli inglesi e così è stato. Il Castello di Bamburgh è infatti situato su un impervio affioramento di basalto. Dall’alto dei suoi 36.500 metri quadri domina una vasta spiaggia, la posizione è stupenda. Il sito ospitava in precedenza una fortificazione di Bretoni autoctoni nota come Din Guarie. Mentre l’Italia ha il primato dei castelli e la Francia la segue, dai siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO alla stravagante architettura neogotica, l’ambiente del Galles possiede circa 600 maestosi castelli e statisticamente ha il maggior numero di castelli per abitante di qualunque altra nazione del mondo. Gli appassionati di castelli britannici, con l’alone di leggende spesso orride, dovrebbero andare nel Galles settentrionale, dove la costa e le alture sono costellate di fantastiche fortezze. I castelli di Caernarfon (dove tuttora viene incoronato il Principe di Galles), Conwy, Harlec e Beaumaris sono i più famosi, ma gli esperti del settore ti indirizzeranno anche a Denbigh, Ewloe e Criccieth.
Di dimensioni variabili da piccole rovine a enormi cittadelle, queste strutture hanno svolto un ruolo chiave nel plasmare la storia della Gran Bretagna. Emblematica è la sede del Parlamento o Palazzo di Westminster, Big Ben e Westminster Bridge visti dalla riva sud del Tamigi. Il Palazzo di Westminster, detto anche Houses of Parliament, è l’edificio di Londra dove hanno sede le due camere del Parlamento della Gran Bretagna o Regno Unito (Camera dei lord e Camera dei comuni). Si trova sulla riva sinistra del Tamigi nella Cyti of Wuestminster, vicino agli altri edifici governativi di Whitehall. Risale al 1097 la parte più antica del palazzo ancora esistente. La finalità originaria del palazzo era quella di residenza reale, ma nessun monarca vi ha più vissuto dal XVI secolo. La maggior parte della struttura attuale risale al 1800, quando il palazzo di stile neogotico fu ricostruito dopo essere stato, con eccezione della Westminster Hall, interamente distrutto da un incendio nel 1834. Una delle caratteristiche più famose del palazzo è la torre dell’orologio, una notevole attrazione turistica che ospita il famoso Big Ben.
Il palazzo comprende più di 1000 stanze, delle quali le più importanti sono la Camera dei lord e la Camera dei comuni. Il palazzo include anche stanze di comitati, biblioteche, camere da pranzo, corridoi (lobbies), bar e palestre. È il luogo di importanti cerimonie di Stato. Il termine Westminster viene spesso utilizzato come sinonimo del Parlamento, nel quale i conservatori e i laburisti sembrano rispecchiare, con le dovute distanze temporali ed ambientali, i consoli romani optimates e populares.
La Gran Bretagna dunque è un’altra figlia storica di Roma? Basta leggere la storia della conquista delle tribù statali d’oltremanica operate da Roma caput mundi! La Gran Bretagna, con l’impero navale dei 56 stati del Commonwealth (organizzazione intergovernativa di stati indipendenti, con una popolazione complessiva di oltre due miliardi di persone) requisì e costruì nuovi castelli feudali. Come la maggior parte delle Case Reali, anche i Windsor possiedono numerosi palazzi, castelli e ville adibiti a residenze ufficiali o luoghi di riposo a seconda del sovrano regnante. Nel corso dei secoli i sovrani hanno ristrutturato, adattato ed ampliato acquisiti o ereditati manieri e palazzi che si sono tramandati per intere generazioni. Durante il regno della regina Elisabetta II la maggior parte delle residenze ha subito importanti ristrutturazioni e alcune sono state utilizzate come residenze ufficiali dei membri della casa reale.
Penso che sia fuori tema elencare le residenze reali occupate dalla famiglia reale britannica in cui sono elencate sia le residenze statali ufficiali che quelle di proprietà dei membri della famiglia. La Gran Bretagna ha molti castelli medievali, che richiederebbero molto spazio per esaminarli un po’, mi concentro però sullo storico ponte, il Tower Bridge, che è un esempio di ottima costruzione che non ha eguali al mondo. I palazzi dei musei londinesi sono pieni di reperti unici con mostre senza eguali al mondo. Il British Museum, ad esempio, è uno dei più grandi e importanti musei di storia del mondo perché ha mostre di varie conoscenze provenienti da tutto il mondo. Fu fondata nel 1753 da Sir Hans Sloane, medico e scienziato che raccolse nel suo nucleo originario un patrimonio letterario e artistico: la fornitissima biblioteca di Montague House a Londra, poi acquistata dallo Stato britannico per 20.000 sterline e aperta al pubblico pubblico il 15 gennaio 1759.
Il museo ospita circa 8 milioni di oggetti che testimoniano la storia e la cultura materiale dell’umanità dalle origini alla contemporaneità. Si trova a Great Russell Street, nella città di Londra. Non pochi sono i reperti del Sannio come la Tavola Osca di Agnone (IS) e punte di selce di Telese (BN). Sulla Tavola osca di Agnone deta anche degli Dei, c’è da decenni un dibattito, aperto sul reperto originale o meno conservato a Londra oppure in casa dei parenti di un orafo che ne copiò un esemplare. La tradizione vuole che l’oggetto sia stato rinvenuto in una località agreste detta Fonte del Romito, in un podere appartenuto ad un certo Giangregorio Falconi, situato nelle vicinanze del Monte del Cerro, tra Agnone e Capracotta (Isernia), e coltivato dal contadino Pietro Tisone a cui si deve il ritrovamento della Tabula durante lavori di aratura nel 1848.
Sottoposto alla visione dei fratelli F. Saverio e Domenico Cremonese di Agnone, già impegnati nello studio di resti lapidei ritrovati nella zona, questi dettero notizia del ritrovamento nel “Bullettino dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica” di Roma e riferirono del reperto bronzeo allo storico ed epigrafista tedesco Theodor Mommsen, che aveva visitato il Sannio e le importanti vestigia venute alla luce. Trascorsero diversi anni e laTavola di Agnone finì in possesso dell’antiquario romano Alessandro Castellani che la vendette nel 1873 al British Museum di Londra.
Tracciata in modo netto e profondo sulla superficie del bronzo, l’iscrizione è presente su entrambe le facciate della Tabula: in 25 righe su quella principale e in 23 righe sul retro. La prima parte del testo descrive un sacro recinto dedicato a Cerere (dea della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti) dove nel corso dell’anno avevano luogo, a scadenze stabilite, cerimonie religiose in onore di 15 divinità elencate nell’iscrizione. Si aggiunge inoltre che ogni due anni una cerimonia speciale aveva luogo presso l’altare del fuoco e che in occasione dei Floralia (festività primaverile di carattere agreste) nei pressi dello stesso santuario si celebravano sacrifici in onore di quattro divinità.
Sul retro si precisa che al recinto sacro appartengono gli altari dedicati alle divinità venerate al suo interno.Vi si afferma inoltre che solo quanti pagano le decime sono ammessi al santuario, e quindi passa ad elencare, come in una sorta di inventario, le proprietà del santuario, le persone che possono frequentarlo e quelle che lo amministrano. Come ricorda l’archeologo Adriano La Regina “Abruzzo e Molise”(Guide archeo Laterza, Bari 1984), la tavoletta bronzea è stata ritrovata con il chiodo per l’affissione ancora conficcato in una pietra presumibilmente “crollata da un muro costruito con blocchi squadrati e legati con malta”. Secondo lo studioso ci troviamo di fronte alla rappresentazione di un ciclo cultuale agrario “collegato con il mondo infero”.
“L’elenco di divinità– spiega La Regina – non costituisce un generico pantheon italico, ma il particolare sistema cultuale di quel santuario, la cui area di influenza doveva essere limitata all’ambito paganico, o interpaganico, a cui apparteneva. Vi si celebravano annualmente solo i ludi Florales, certamente con rappresentazioni sceniche. Il carattere dei ludi concorda con quello agricolo dei culti. Il bronzo contiene quindi non una qualunque legge sacra, ma la legge sacra di quel santuario.” Lato A della Tabula Osca nota anche come Tabula Agnonensis (Tavola di Agnone) ritrovata in Molise nel 1848 ed oggi conservata al British Museum di Londra, lamina in bronzo con catena in ferro, III sec. a.C. Amedeo Maiuri definì la Tavola Osca o degli Dei “…l’inventario dei loro Dei come una litania sacra nella quale sembra di poter cogliere risonanze ancora vive nei nomi di luoghi, di boschi”. La tavola misura 28×16,5 centimetri, munita di maniglia e fori; è tracciata l’iscrizione in modo netto e profondo sulla superficie del bronzo. Essa è presente su ambedue le facce, 25 righe sulla principale e 23 sulla posteriore.
La prima parte del testo descrive un sacro recinto dedicato a Cerere, dea della fertilità, per la quale nel corso dell’anno avvenivano a scadenza ritmica delle festività sacre. Si aggiunge nel testo che ogni due anni una cerimonia speciale aveva luogo presso l’altare del fuoco, che in occasione di Floralia (festività primaverili), nei pressi dello stesso santuario si celebravano sacrifici in onore di quattro divinità. Sul retro si precisa che al recinto sacro appartengono gli altari dedicati alle divinità venerate al suo interno. Vi si afferma inoltre che solo quanti pagano le decime sono ammessi al santuario, e quindi il testo elenca ad inventario le proprietà del santuario, le persone che possono frequentarlo e quelle che lo amministrano. Il santuario principale dei riti del popolo sannita è stato individuato nel tempio italico di Pietrabbondante, vicino ad Agnone, cittadina denominata l’Atene del Sannio” perché capace di sviluppare cultura ed attrarre un turismo colto oltre ad essere la sede di un altro muso attivo, quello delle campane, i cui artisti della fusione del bronzo lo impararono dai Veneziani e venderne anche al Vaticano.
La Tavola degli Dei di Agnone, mi interessa anche perché per ben due volte i miei progenitori probabili, i Sanniti, adorarono le divinità dell’acqua, che potrebbe conservare la memoria ancestrale come delineo meglio nei capitoli successivi di questo saggio ambientale in seconda edizione anche in inglese. Anche il Museo di storia naturale è uno dei tre grandi musei situati a Kensington nella Cromwell Road, a Londra. Ospita circa 70 milioni di reperti organizzati in cinque collezioni principali: botanica, entomologia, mineralogia, paleontologia e zoologia. L’ingresso è gratuito anche se per accedere ad alcune stanze è necessario pagare. Un tempo faceva parte del British Museum anche se ora è solamente una parte distaccata di esso. Nei musei londinesi c’è molto di reperti raccolti nel suo vasto ambiente d’influenza economica, commerciale e politica. Il cittadino della Gran Bretagna ha, prima di altri, goduto dell’evoluzione dal precedente stato di suddito, grazie, ribadisco, alla rivoluzione industriale che ha trasformato milioni di proletari in migliaia di esponenti delle arti liberali. Oggi tutta l’Europa centrale e settentrionale ha più cittadini che sudditi popolari e popolani. Basta vedere anche il più alto numero di laureati, ad eccezione del singolare primato italiano delle donne laureate. Inglesi sono stati molti uomini di scienza e primo tra tutti non posso che rendere omaggio al nobile scienziato, Charles Darwin, che ha rivoluzionato il pensiero moderno e contribuendo ad affermare il primato della cultura sulla natura, che ancora in pochi apprezzano perché i molti continuano a restare nel pigro modo tradizionale di pensare che la natura sia maestra dei maestri come diceva pure Leonardo da Vinci nel 1500. Grazie a Darwin il rinascimento scientifico ha plasmato il paesaggio culturale mondiale riaffermando la centralità dell’uomo e del suo saper pensare nell’universo finito, illimitato e curvilineo, come definito da A. Eistein.