ALIFE. Il Municipio non chiude il dissesto e costringe gli alifani a pagare per il 6° anno consecutivo i tributi al massimo consentito.

Cosa è stato fatto, dai consiglieri comunali tutti, per una rapida uscita dalla procedura di dissesto ed il ritorno ad una gestione ordinaria?

Con atto di Giunta Comunale (la numero 1 del 6 febbraio scorso) avente ad oggetto: “Addizionale Comunale Irpef. Conferma aliquote per esercizio anno 2023”, l’esecutivo in carica ha deliberato di confermare, anche per il corrente anno 2023, la addizionale comunale all’Irpef nella misura massima consentita dalla legge (lo 0,8%), costringendo, di fatto, i cittadini alifani a pagare tale tributo nelle percentuali più alte consentite. Lavoratori autonomi, dipendenti, pensionati, tutti coloro che hanno residenza nel Comune di Alife sono soggetti da ben 6 anni a tale pagamento spontaneo (nel caso dei primi) o prelievo forzoso (negli altri casi) di un tributo nella misura massima consentita. Nonostante i cinque anni previsti dalla legge per la chiusura della procedura di dissesto siano scaduti nell’aprile del 2022 (il Comune di Alife ha difatti dichiarato dissesto finanziario il 9 aprile del 2017), e ci si avvia al sesto anno.

Del resto, la procedura adottata dall’OSL, l’organismo straordinario di liquidazione nel frattempo nominato, è stata quella di una procedura semplificata che avrebbe dovuto accorciare, e non di poco, i tempi di chiusura delle pratiche ed il ritorno ad una gestione ordinaria dell’Ente.

I debiti oggetto di procedura straordinaria che sono rientrati nel dissesto finanziario dichiarato dal precedente esecutivo (in carica nel 2017), sono quelli sorti fino al 31 dicembre del 2016. Per quelli successivi e fino ad oggi è stata prevista invece una procedura di liquidazione ordinaria.

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