ALIFE / BOJANO / LETINO. Annotazioni sull’ambiente politico italiano e del Sannio in calo demografico e Pnrr che dà soldi al palaghiaccio.

Da tempo le Comunità Montane del Sannio, il Legislatore le ha poste in prima fila nell’opera di contrasto e riduzione del fenomeno dello spopolamento dell’alto Matese

di Giuseppe Pace (Autore del saggio ambientale “Canale di Pace. Evoluzione del cittadino”).

A maggio c.a. il 10% dei cittadini dei circa 8000 comuni italiani andranno a votare il nuovo Sindaco e Consiglio comunale. L’art. 48 della Costituzione (il voto è un dovere civico), ma nella pratica è un diritto anche liberamente non esercitabile. Ciò vale per tutte le tipologie di consultazioni elettorali (Enti Locali, Parlamento, Unione Europea, ecc.), poiché la disposizione abrogata e l’art. 48 cui dava attuazione sono nel titolo IV della Carta Fondamentale; prima di allora l’assenza al voto doveva essere motivata in forma scritta al sindaco del comune di residenza, e poteva ad esempio essere valutata negativamente ai fini del superamento di un bando di concorso pubblico.

Alife e Letino si preparano alla prossima tornata elettorale amministrativa per eleggere… pensano alcuni elettori, lettori e non. Ad Alife si ripresenta il dr. S. Cirioli a guidare 3 partiti locali, quasi come un triunvirato romano di otre 2 millenni fa. Bisogna riconoscere che il medico S. Cirioli fu il primo Sindaco a denunciare, pubblicamente, il bilancio comunale in profondo rosso, sfidando gli altri suoi colleghi piedimontesi, bojanesi, ecc.. Sfidò anche un modo di operare secolarizzato o indifferenti degli organi statali preposti al controllo dei bilanci degli Enti Locali o Comuni. Tutti lo sapevano ma nessuno diceva: ”il re è nudo”! Questo, purtroppo, è il nostrano Mezzogiorno, dove il popolo non dà spazio ai cittadini responsabili e capaci di pensiero libero da condizionamenti di necessità varie: posto di lavoro, posto dove non si lavora, pratica edilizia, promesse d’impiego del figlio, nipote ed amico dell’amico, ecc..

Un tale ambiente politico forse è stato arato ad arte dalla storia locale meridionale già prima dei Borboni. Durante la dinastia nobiliare spagnola dei Borboni l’indice di alfabetizzazione del Sud era sensibilmente meno elevato nel settetrione nostrano. Ma  Carlo III di Borbone a Caserta fece costruire la sua Reggia, che ancora risplende della genialità ideale dell’olandese Arch. Luigi Vanvitelli al quale è intitolata la Università sita a S. Maria Capua Vetere, l’antica Capua che ha dato il nome alla Regione Campania non più felix anche per parte della classe dei politici spesso incompetenti e rapaci. I Borboni concentrarono a Napoli molti dei loro vassalli, soprattutto duchi, che controllavano i cafoni dei borghi baronali. Questi erano quasi tutti analfabeti nel più vasto dei regni peninsulari, gli atri 6 avevano meno risorse ma le amministravano meglio e fecero evolvere il suddito in cittadino prima del Mezzogiorno, com ho ribadito nel mio II saggio ambientale “Canale di Pace. Evoluzione del cittadino…”, Amazon,libri.it 

La mezzadria dal Sud è sparita molto tempo dopo del settentrione (a Letino nel 1960 mio padre aveva terreni che lavorava a mezzadria con la possidente Braccilieri detta “la Cascera” con alcune giovani operaie letinesi) e così il latifondo improduttivo.  Allora i poveri come i ricchi facevano molti figli, oggi, invece, ne fanno uno solo o nessuno. Di spopolamento (del Nord come del Sud e del Centro come gran parte del Sannio, con il Matese e il Molise in area epicentrale) se ne registrano da decenni i numeri, che non mentono mai, anche se chi li usa può mentire meglio, parafrasando la metafora che un collega di matematica mi diceva spesso.

Da tempo le Comunità Montane del Sannio, il Legislatore le ha poste in prima fila nell’opera di contrasto e riduzione del fenomeno dello spopolamento dell’alto Matese ed ora anche del basso come a Bojano, ex capitale dei Pentri la più popolata delle tribù federate dei Sanniti nostrani, che nel 305 a. C. capitolarono con la sanguinosa “Battaglia di Bojano”, che vide diverse coorti scendere dal Matese all’imbrunire a rinforzare la legione che combatteva dall’alba, mentre I Sanniti non ricevettero rinforzi, falsamente informati dalle spie di Roma, di capitolazione del Sannio. Al fenomeno dello spopolamento o fuga dai monti, si sono rivelate insufficiente per non dire inesistenti le politiche di prevenzione e contrasto.

Esse sono più evidenti, con delusioni diffuse, dappetutto nel Sannio, ma  nell’area matesina in modo speciale perchè interi paesi si sono dimezzati due volte come Gallo Matese, Roccamandoilfi, Letino, ecc.. Tali politiche di contrasto erano o avrebbero dovuto essere non solo delle Comunità Montane e dei tanti Comuni, 4 province e due regioni (ora si aggiunge il Parco Naturale Nazionale). Il fenomeno dello spopolamento è continuato evidentemente. Le politiche si sono rivelate insufficienti, se non del tutto inadeguate, tanto da non riuscire in alcun modo a frenare quello che apparentemente sembra un destino inesorabile per l’intero Sannio.

È importante quindi prendere ad esame il concetto da più punti di vista come dice  il dott. Antonio Romano da Bojano, lo fa partendo da un reportage di recente pubblicazione del New York Times dal titolo “L’Italia è destinata a scomparire?” Siamo davvero destinati a questo? «Il reportage del New York Times ha allarmato l’opinione pubblica su un tema che da tempo preoccupa demografi, sociologi ed economisti.

La bassa natalità e l’incremento degli anziani stanno trasformando la nazione in un Paese che invecchia. Basta pensare che nel 1861 gli anziani rappresentavano il 4,2% dei residenti, oggi sono il 23,8% del totale. Vero è che si è allungata la durata della vita e oggi si vive in media 20 anni in più: nel Nord del mondo, che nel Sud si muore prima come 100 anni fa da noi e senza calo demografico.

Il quadro demografico nazionale ci riporta al 1861 quando il Molise contava 355mila abitanti residenti. Nel 1951 si raggiunge la punta massima con 407mila residenti. Oggi se ne contano 290mila. Cosa ci dicono invece i dati relativi all’area matesina? «Leggiamo le tabelle e i grafici forniti dall’Istat. Iniziamo con l’osservazione del trend di Bojano, che nel 1861 contava 4764 residenti, nel 1901 erano 6498, nel 1936 salivano a 7235. I censimenti successivi Istat espongono le seguenti cifre: 7096 nel 1961; 6928 nel 1971 (punta minima); 7260 nel 1981; 8420 (valore massimo) nel 1991; 8308 nel 2001; 7950 nel 2011; 7502 nel 2021; 7387 nel 2022 tornando quasi al valore del 1936.

Nell’ultimo quinquennio si è verificato insomma il calo più serio, con una perdita di circa 800 unità. Eppure non pochi campani e napoletani soprattutto hanno fatto il cambio di residenza per risparmiare sull’assicurazione dell’automobile molto meno costosa in Molise.  In Italia e Sannio nell’ultimo decennio le morti hanno superato le nascite (saldo naturale) mentre coloro che hanno trasferito la residenza verso altri paesi, anche esteri, sono stati in maggior numero rispetto a coloro che si sono iscritti (saldo migratorio).

La somma di queste due dinamiche, entrambe negative, ha causato il crollo demografico iniziato a partire dal 2017 spiega il politico bojanese suddetto. Anche Bojano, insomma, è un paese che non solo perde gente ma che invecchia, con un tasso di over 65 del 26%, superiore alla media nazionale. In merito a fondi da accaparrarsi da ovunque vengano si cita il comune di Letino, sul Matese più alto. Là,come altrove, le pensano tutte e chiedono un… dando spunto allo scandalo apparso in una Tv nazionale. Adesso si vota e…

A Letino come ad Alife e Bojano i voti di opinione sono ancora pochi e si vota quasi per “tribu”… Oggi è raro trovare un comune italiano, che non partecipi a concorsi per accaparrarsi fondi europei, regionali, provincuiali, ecc. Ci mancavano solo quelli del PNRR e con una scure fiscale che supera il 45% senza dare servizi pubblici di qualità proporzionata alle alte tasse imposte.

Le tasse non sono quelle dirette ma pure indirette, che paghiamo ogni qual volta facciamo la spesa (22% è quella su beni ritenuti non di prima necessità) più le tasse sul passaporto, patente, rinnovo contrattuale, compravendita, affitti commerciali e abitativi, automobilistiche, Tv, ecc.. Da poco tempo pure Bojano (CB) beneficierà del PNRR con un consistente cointributo per perfezionare il servizio dei rifiuti urbani. Nei giorni scorsi, infatti, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha approvato la graduatoria definitiva delle proposte ammesse al finanziamento relativo all’investimento 1.1, linea d’intervento A del Pnrr, che prevede la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di quelli esistenti.

Nell’elenco rientra anche il Comune di Bojano, beneficiario di una somma pari a 993mila euro e che ora consentirà all’Ente di installare una rete di eco-isole elettroniche: insomma, dei cassonetti utilizzabili mediante una tessera, che finalmente daranno la possibilità ai bojanesi e non solo di gettare i rifiuti anche quando si trovano fuori casa.«Siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto, dice un assessore comunale bojanese. Il progetto riguarda infatti il potenziamento della raccolta differenziata con i cosiddetti contenitori intelligenti.

Si tratta di cassonetti automatici che si aprono con una tessera magnetica, e che potremo programmare per l’apertura in base alla tipologia di rifiuti da conferire giornalmente. Indubbiamente non verranno messi contenitori per tutti i materiali, ma solo per quelli differenziabili, quindi plastica, vetro, carta, che resteranno comunque conferibili porta a porta al pari di indifferenziata e umido, secondo il calendario già stabilito. Insomma, è solo un potenziamento per andare incontro alle esigenze dei cittadini. Saranno realizzate quindi 20 eco-isole, dotate di un apposito sistema di controllo. E la gestione sarà in capo alla società incaricata del servizio di igiene urbana. Bojano avrebbe bisogno di fondi per incentivare la piccola industria, un Museo di Archeologia che conservi meglio e promuova i notevoli reperti di storia Sannita, Romana e Medievale come le misure di capacità postre di lato alla cattedrale.

Anche il castello Normanno di Civita di Bojano meriterebbe di essere in gran parte ripristinato per attrarre turisti non solo estivi quando volontari fanno attività promozionale. Idem per i castelli di Alife, Piedimonte Matese, Caiazzo, Letino, Roccamandolfi, ecc. L’ambiente politico italiano resta ancora inficiato di problemi non secondari con le corruttele, le orecchie da mercante, il non rispetto del ruolo delle opposizioni pur necessarie in democrazia, anche se solo rappresentativa. Quella partecipativa avrebbe bisogno di più cittadini e meno popolo: ingenuo, credulone e vendibile al migliore offerente di favori, che spesso sono solo promessi.

Solo la scuola può compiere il miracolo di trasformare il suddito in cittadino, diceva l’On. Pietro Calamandrei. Oggi la scuola è secolarizzatasempre più o indifferente al servizio erogato fino a casi eclatanti della Dirigente Scolastica e Vice a Palermo e che rubano oggetti e mangiare destinati agli studenti. Gli altri quasi 9mila presidi stanno a guardare, oppure rubano a loro volta? La Legge per essere applicata ha bisogno del cittadino che segnala l’illecito come la docente coraggiosa palermitana.

Solo la Cultura può dare il potere di agire a fin di bene? La cultura ha conquistato il primato sulla natura e la direziona. Basta ricorrerre al sapere matematico che non è un’opinione, e ricavare dalla seguente equazione: A=N+C la cultura che è uguale all’Ambiente meno la Natura C=A-N. Questo lo ribadito nel saggio in seconda edizione e prima citato. Se, invece, continuiamo a pensare che siamo natura terrestre ci restano esemplari gli altri animali con il loro più marcato territorialismo e vita tribale come lo eravamo pure nopi prima del neolitico e fino, per molti, alle porte della IV rivoluzione industriale o digitale e dell’intelligenza artificiale che già sostituise le caperiere al ristorante e al bar senza sbagliare mai.

La scuola resta ancora il luogo privilegiato di trasmissione ed aggiornamento culturale? C’è chi ha dubbi in merito perchè oltre i libri di testo, obbligatori, pare che discenti e docenti leggano poco o niente e lo smart amplia l’acquisizione di conoscenze visive non cognitive preparando un ambiente con basso senso critico che aiuta a distinguere il bene dal male, l’onesto dal disonesto, l’amore dall’odio, la gelosia dalla competizione, la tradizione dall’innovazione, ecc.. Ignazio Silone scriveva che la tradizione spesso significa conservare la misera come l’innovazione può significare anche la distruzione, ma se riduciamo, con l’età, la ingenuità, facciamo un favore a noi stessi, agli altri e alla società che è immersa in un ambiente globale senza precedenti storici.

Il cittadino capace di costruire il proprio ambiente, destino e ideali è il nostro presente e futuro. Se molti dei padri costituzionalisti avessero votato non a minoranza il termine cittadino al posto del popolo troppo amorfo, credulone, voltagabbana, ecc. oggi staremmo meno peggio in Italia, che stenta ad innovare e si piega sul conservare…miseria. Anche il 25 aprile chè è la festa della liberazione nazifascista con questa maggioranza governativa ha il colore maggioritario della conservazione, purtroppo. I precedenti governanti, a cui era affidata la Res publica, a maggioranza, da filorussi erano passati ad antirussi, tranne nuove formazioni pentastellate che ancora lo restano in parte!

Giorni fa ho visto un souvenir sulle rive del Bodensee o lago di Costanza che riportava una frase dell’ebreo tedesco Albert Einsten che riporto perchè emblemtica e previdente:”Der Horizont vieler Menschen ist wie ein Kreis mit Radius Null. Und das nemen sie dann ihren Standpunkt!” (L’orizzonte di molte persone è come un cerchio con raggio zero. E poi prendono il loro punto di vista!). Oggi i mass media, diretti dai partiti (lo hanno detto il conduttore del Pd Fazio e il Ministro della Cultura di FdI a “Che tempo che fa”) prendono il punto di vista di chi ha la mente come un cerchio con raggio zero, che serve ad  imbonire il popolo credulone e mietere poi i consensi per il “padrone” pro tempore!

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