ALIFE. Dal consiglio comunale un secco “NO” al digestore anaerobico: voto compatto maggioranza-minoranza. Il Sindaco Avecone: “Siamo tutti sulla stessa linea”.

alife-consiglio-digestore-001-1024x768“Le vocazioni del nostro territorio sono quelle naturalistiche, agricole e turistiche, come le produzioni tipiche di un territorio come il nostro, unitamente alle ricchezze storico-archeologiche che abbiamo” – conferma il primo cittadino Avecone (nella foto, un momento dei lavori di ieri sera).

Pubblico delle grandi occasioni quello di ieri sera in aula consiliare ad Alife, ad assistere ad una seduta straordinaria del consiglio comunale cittadino con un unico argomento all’ordine del giorno: la ventilata ipotesi di costruire in città un digestore anaerobico per la trasformazione dei rifiuti organici. “L’argomento in discussione ci tocca molto da vicino e ne è una forte testimonianza la grossa mobilitazione popolare che si è registrata nelle ultime settimane – esordisce il primo cittadino Giuseppe Avecone, presente all’appuntamento nonostante il grave lutto familiare (era scomparsa in mattinata la zia, signora Bianca Isabella, moglie del defunto on. Dante Cappello). A nome dell’intero Consiglio comunale si esprime il parere contrario alla realizzazione dell’impianto per motivazioni di carattere tecnico, ambientale, territoriale, ed anche politiche. C’è stata in queste settimane molta confusione sulla reale tipologia di impianto e sulle ricadute ambientali. Facciamo chiarezza. Secondo il progetto, l’impianto dovrebbe trattare la Forsu (Frazione organica Rifiuti Solidi Urbani) e alcuni rifiuti speciali non pericolosi che, attraverso diversi processi produttivi, ricaverà biogas e compost. Il biogas prodotto servirà alla produzione di energia elettrica; il digestato verrà convertito in compost. Ma la digestione anaerobica con biogas per produzione di energia elettrica ha molte controindicazioni ambientali dovute principalmente alla combustione del biogas (biometano). Ma accanto a questo, ci sono anche motivazioni di carattere politico – continua Avecone. Le vocazioni del nostro territorio sono quelle naturalistiche, agricole e turistiche, come le produzioni tipiche di un territorio come il nostro, unitamente alle ricchezze storico-archeologiche che abbiamo. Non possiamo permetterci, adesso più che mai, che il tentativo che un gruppo numerosissimo di cittadini alifani (il costituito Comitato) che sta facendo per recuperare il lavoro agricolo e le antiche colture che hanno reso celebre il nostro territorio (cipolla alifana, ndr) venga messo a repentaglio. Alife ha un disperato bisogno di un nuovo piano di regolamentazione del territorio (un nuovo PRG), che metta riapro a tutto quanto accaduto negli ultimi quindici anni e definisca, al suo interno, quelle idee di sviluppo del territorio citate. Anche la zona ASI avrebbe di fatto una sua voazione, non permettendo la realizzazione di interventi che possono essere ritenuti in contrasto con le nostre esigenze. L’ASI, così com’è oggi, totalmente sprovvista di qualsivoglia infrastuttura non è adeguata a recepire un impainto di questo tipo. Il Comune di Alife, inoltre, rientra nell’area naturale protetta “Parco Regionale del Matese“.

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