ALIFE / LETINO / GALLO MATESE. La pace, unilaterale e di parte, dell’Iman ad Alife non dimostra di essere superpartes.

una citta carica di storia antica… una ventina di giovani armati e guidati da due nullafacenti si impossessarono dei municipi e ne bruciarono le carte… i cattolici alifani hanno mostrato l’altra guancia allo schiaffo di Hamas

di Giuseppe Pace

Leggo su Matese News Informazione, dell’ennesima fiaccolata della pace che si celebra in alcuni paesi e scuole del Sannio. Questa volta si è celebrata ad Alife, dove l’albero della pace è di casa. Tale manifestazione, svoltasi in una citta carica di storia antica denominata in parte anche conca d’oro per le necropoli del nostrano Sannio, mi è apparsa foriera d’ingenuità dei cattolici alifani.

Questi hanno reso omaggio ad un sacrato dell’islam o imam, che ha invocato una pace unilaterale israeliana elencando il numero di vittime determinato dalla leggittima reazione dello Stato di Israele dopo al sanguinoso attacco di 7 mila armati di Hamas senza pravviso e con un bottino di ostaggi di alcune centinaia che adesso vorrebbe scambiare con migliaia di loro partigiani.

Alla fine della manifestazione alifana è stato addirittura distribuito il seguente testo ai numerosi presenti con tanto di vittime con bambini che Israele sta facendo nella Striscia di Gaza: “A tutti i partecipanti è stato consegnato il messaggio della 22a giornata del Dialogo. Sono oltre 8000 le vittime nella Striscia di Gaza cadute sotto i bombardamenti israeliani, oltre 3000 i bambini. Un massacro, una catastrofe umanitaria che va assolutamente fermata. Le mobilitazioni per fare pressione ai Governi e chiedere il cessate il fuoco continuano. Per visualizzare il video della serata collegarsi al seguente link”.

Vorrei ricordare al lettore di questo media locale che il termine imàm fa riferimento a una radice lessicale che indica lo “stare davanti” e, quindi, “essere guida”, può indicare tanto una preclara guida morale o spirituale (ed è questo l’uso che per lo più se ne fa in ambiente politico) quanto un semplice devoto musulmano che sia molto esperto nei movimenti rituali obbligatori della preghiera canonica.

Costui si pone davanti agli oranti, dandogli modo di correggere eventuali errori nei movimenti che comporterebbero l’invalidità della preghiera. Ne più ne meno del ruolo svolto dai ministri di culto cattolico che però essendo di una religione nata oltre 3 secoli prima dell’islam è più evoluta e democratica, avvalendosi di un consiglio parrocchiale. Ma per ribadire le differenze storiche ed evolutive tra i ministri di culto cattolici e musulmani è bene anche precisare che l’imam è storicamente il capo della Comunità islamica Umma ed è per questo, tra i sunniti è sinonimo di califfo come chiaramente precisato nei testi di riferimonto sacrale dei islamici e riportati nell’enciclopedia dell’Islam in inglese.

Tra gli sciiti (si ricorda che i più integralisti sono gli sciiti, che in Iran governano essendone maggioranza) gli imam hanno un peso maggiore che non tra I sunniti. Tra gli scciti sono una guida ideale per meriti umani e conoscenza religiosa a causa dei suoi legami di sangue e spirituale con il cugino e genero del profeta Maometto. La sua speciale eccellenza fra gli uomini deriva però dall’essere, in modo privilegiato, ineffabilmente assistito da parte di Dio.

Dunque tra cattolicesimo ebraico in modo speciale e islam ci sono non poche differenze evolutive di libera chiesa in libero stato. Da loro lo stato è più suddito del potere religioso rispetto agli stati dove si professa un’altro profeta religioso nato in ambiente amministrato da Roma caput mundi, che allora professava il politeismo che Costantino punì a favore del monoteismo religioso per la sua mira imperiali, che raggiunse e mantenne con inaudita ferocia. 

Ma tornando alla manifestazione d’Alife avrei preferito che accanto ad un imam ci fosse anche un ministro di culto cattolico per vedere se profferiva parole diverse di pace unilaterale invocata dall’imam che vuole che lo stato d’Israle si fermi davanti al massacro disumano perpetrato dai guerriglieri di Hama, che il musulmano presidente dell’attuale Turchia chiama partigiani.

La cosa mi ricorda un pò per analogia, il fatto di cronaca e non di storia avvenuto sull’alto Matese nei comuni di Letino prima e Gallo Matese poi. Là una ventina di giovani armati e guidati da due nullafacenti indottrinati dal mito dell’anarchia insurrezionalista, si impossessarono dei municipi e ne bruciarono le carte con il dissenso del segretario comunale di Letino, che per poco non fu vittima del lavoro, mentre i due preti stettero a guardare e calmare i già calmi, ingenui e sbigottiti letinesi.

I miei paesani letinesi nel 1877 dunque fecero come gli alifani oggi davanti all’imam islamico che vuole deporre Israele per uno stato palestinese ancora in fasce e senza genitori certi. Agli ebrei sterminati dal nazismo di Hitler nel 1948 l’Onu assegnò uno stato, che gli islamici non vollero e non vogliono ancora riconoscere tranne labile e sporadiche aperture degli stati arabi con minore integralismo religioso.

Dunque l’Occidente è al tramonto come inneggiano noti filosofi, marxisti spesso, oppure è ancora un faro di civiltà. Tale faro ci coinvolge e ci chiama alla partecipazione democratica che ad Alife e non solo sembra essere sostituita da una vuota liturgia di civiltà. Qua si inneggia alla pace unilaterale del governo d’Israele, che mai come ora ha compattato maggioranza ed opposizione per punire I 7 mila guerriglieri di Hamas che dettano ancora legge con le armi in mano e con i missili dell’Iran minacciosi. Concludo pensando positivamente, come si consiglia oggi ai giovani demoralizzati, che I cattolici alifani hanno mostrato l’altra guancia allo schiaffo di Hamas!

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