ALIFE / Verso le Amministrative 2023. Quando la “faccia tosta” non ha limiti: quelle spiegazioni “ancora da dare” agli alifani e quella “dignità” mancata.

Il paese ha perso 5 anni. Uno “straccio” di comunicato a poche ore dalla presentazione delle liste.

Quando la faccia tosta non ha limiti: la sindaca uscente, dopo ben 5 anni di mala amministrazione, senza nulla aver realizzato ed, ancor prima, programmato (se non fosse per qualche restyling di opere pubbliche ampiamente cantierate da precedenti amministrazioni), si congeda dagli alifani arrancando “dopo settimane di riflessioni ho deciso di non candidarmi alle prossime elezioni. La mia è stata una scelta serena, necessaria e indispensabile, dettata da motivazioni personali e professionali”.

In realtà, si è tentato fino all’ultimo, invano, di mettere insieme nomi ma di nomi, intorno a tale figura, non ce n’erano e non ci sono mai stati. Basta vedere il voto in Assise all’ultimo bilancio preventivo 2023 quando solo in 4 consiglieri hanno alzato, pure timidamente, la manina (più di uno di loro aveva già accordi di candidatura in altra lista). Altri due consiglieri di maggioranza si sono, addirittura, astenuti.

Peccato che “gli enormi targuardi raggiunti” di cui parla nessuno se ne è accorto; anzi, si stava ormai arrancando da anni (a danno dei cittadini di Alife di cui parla ed ai quali vuole ancora dare delle spiegazioni) e le lotte intestine che hanno caratterizzato una intera consiliatura sono implose negli ultimi mesi, con prese di posizioni a cui è mancata, soprattutto, una parola: dignità (dal vocabolario TRECCANI – dignità s. f. [dal lat. dignĭtas –atis, der. di dignus «degno»; nel sign. 3, il termine ricalca il gr. ἀξίωμα, che aveva entrambi i sign., di «dignità» e di «assioma»]. – 1. a. Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso).