Domenica 23 novembre 1980 – Domenica 23 novembre 2014, il tragico terremoto che scosse la Campania. Per non dimenticare i morti e pensare ai vivi. IL VIDEO.
Nel Matese la terra tremò forte: molte le persone che passarono diverse notti in strada. Ancora oggi, in molti edifici, sono ancora evidenti i segni di quel tragico evento che in soli 90 secondi mutò, in qualche modo, il destino di parte del sud Italia.
Una fredda sera del 23 novembre 1980 tutta la Campania venne sconvolta: alle 19.34, precisamente, per lunghissimi 90 secondi la terra tremò. 2 mila e 914 furono i morti, oltre a 9 mila feriti, con ben 280 mila sfollati, e 99 Comuni devastati, di cui 18 rasi quasi completamente al suolo. Sono numeri inquietanti che dimostrano la gravità di quell’evento sismico, le cui ferite a distanza di 33 anni rimangono ancora aperte. I Comuni più colpiti furono quelli dell’Alta Irpinia, da Sant’Angelo dei Lombardi a Lioni, da San Mango a Conza della Campania, da Castelnuovo a Calabritto, da Bisaccia a Lacedonia. Anche nella città di Avellino i contarono i danni, oltre ai morti: 80 persone perirono dal crollo di muri e cornicioni. Lo Stato intervenne quasi subito: con la legge numero 219 del 1981 furono stanziate importanti risorse finanziare per la ricostruzione e per far ripartire un’economia anch’essa rasa al suolo. Ma quella ricostruzione ha portato luci ed ombre, coinvolgendo anche altre Regioni d’Italia, come Basilicata e Puglia. Circa 6 milioni di abitanti e 689 comuni coinvolti nella speciale Commissione insediata presso il Ministero delle Infrastrutture. Lo stesso organismo, lo scorso anno 2012, ha pubblicato dei dati spaventosi: per la ricostruzione abitativa la sola Regione Campania ha ricevuto la bellezza di 14 mila e 500 miliardi di vecchie lire, (il numero si scrive così: 14.500.000.000.000 ) a cui si aggiungono i 15 mila 500 miliardi destinati al piano di edilizia residenziale per la sola città di Napoli. Per le aree industriali di Campania e Basilicata, invece, sono andati 3,2 miliardi di euro. Complessivamente dunque, l’esborso per la ricostruzione e lo sviluppo di questa vasta area è stato di 29 miliardi, di cui 9,3 per la ricostruzione abitativa. Dato ancora più preoccupante è che per completare le opere di ricostruzione occorrerebbero ancora 4 miliardi, a fronte dei 286 milioni che i Comuni terremotati hanno a disposizione ma non hanno ancora speso. Dal 2008, non sono stati disposti dal Parlamento ulteriori stanziamenti statali che nei 10 anni precedenti erano stati complessivamente pari a 359 milioni.