Donne assassine. Uccide il figlio di un anno strangolandolo, la mamma non risponde ai giudici: arresto convalidato.

Appena lasciata da sola ha ucciso il figlio. Donna da tempo in cura, le erano stati prescritti anche dei farmaci: una depressione post parto.

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Elisa Roveda, la donna arrestata per l’omicidio del figlio Luca, di meno di un anno, venerdì scorso: i fatti a Voghera, in provincia di Pavia, dove la donna ha strangolato il figlio quandoera da sola in casa.

Da allora la donna è ricoverata nel reparto di Psichiatria del Policlinico San Matteo, dove è sottoposta a cure intensive: guardata a vista dal personale sanitario e dalla polizia penitenziaria dopo l’arresto per infanticidio. 

Convalidato l’arresto della donna, si trova ancora al Policlinico San Matteo di Pavia: da quel giorno non ha parlato col giudice perché non sarebbe assolutamente in condizione di rispondere, secondo i suoi avvocati. La prima preoccupazione – sempre secondo gli avvocati – sarebbe di carattere medico e riguarda le sue condizioni. Poi, quando sarà il momento, si cercherà di capire nel dettaglio quanto accaduto – hanno fatto sapere.

Ancora i dottori non hanno una prognosi per la sua dimissione. La donna era in cura da un medico e da un mese e mezzo, a detta dei suoi familiari, soffriva di una depressione che le metteva paura a fare qualsiasi cosa, tanto che cercavano di non lasciarla mai sola. Cosa che purtroppo è accaduta, per un’ora, venerdì mattina quando il marito è uscito di casa per andare al lavoro mentre la madre della ragazza stava arrivando per assisterla. 

Intanto è stata interrogata la dottoressa che, da circa un mese e mezzo, aveva in cura Elisa Roveda. La donna e il marito Maurizio, che da cinque anni cercavano di avere un figlio «vivevano per quel bambino che era diventato la loro esistenza» ha raccontato Dante Bariani, zio dell’uomo. «Non riesco a capire come sia potuto succedere, nemmeno gli altri parenti sono in grado di dare una spiegazione. Sapevamo che Elisa stava attraversando un periodo molto difficile per la depressione che l’aveva colpita: le sue condizioni, invece di migliorare, stavano peggiorando».

Lei «era in cura da una dottoressa che le aveva prescritto dei farmaci, penso antidepressivi addirittura con puntura. Non mi hanno mai detto il nome del medico. Mi pongo sempre una domanda in queste ore: perché i medici hanno lasciato Elisa a casa? Perché – ha aggiunto – non l’hanno fatta ricoverare almeno per una ventina di giorni? Sotto stretto controllo medico avrebbe avuto possibilità maggiori di superare quella maledetta depressione post parto. Perché l’hanno lasciata a casa dove, comunque, era molto seguita dalla mamma e da altri parenti? Attenzioni che non sono bastate ad evitare una tragedia. Non voglio entrare nel merito, ma anche le cure non hanno certo avuto un effetto positivo».

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