ALIFE / PIEDIMONTE MATESE. Imprenditoria meridionale sana per rendere produttivi i musei periferici campani.
I Musei e le biblioteche civiche dell’alto territorio casertano poi (esempi emblematici ad Alife (nella foto), Piedimonte Matese, dove a qualcuno, pare, non vada bene il nuovo Direttore, non indigeno di nascita come avveniva fino al recente passato…
di Giuseppe Pace (Perfezionato in Ingegneria del Territorio, Università di Padova).
La forbice Nord-Sud divarica non poco ultimamente. Oltre mezzo secolo di sperimentazioni democratiche per ridurla non sono bastate. Abbondano sia i dibattiti che la letteratura meridionalista, spesso inficiata dal malefico pensiero da meridionalista piagnone. Si tenta di addebitare agli altri le colpe del mancato sviluppo del nostrano Mezzogiorno, dove, invece, poco si muove se non controllato bene dal potere criminale della malavita organizzata e dal non controllo del territorio per il secolarismo o l’indifferenza istituzionale. Un esempio emblematico è dato dalle sofferte dimissioni di Sindaco di Marcianise di un Giornalista:” «La mia decisione, sofferta, non è improvvisa ma l’effetto inevitabile del clima creatosi in città. Non è un atto di viltà, ma – mi permetto di dire – di coraggio. Il coraggio delle proprie scelte. Ho cercato di dimostrare in poco più di un anno e mezzo che c’è un altro modo di amministrare; che – se si vuole – si può essere onesti e trasparenti e fare davvero gli interessi della propria comunità. Non ci sono riuscito e di questo sono molto dispiaciuto per la mia Marcianise». «Sognavo un altro mondo, ho capito che inseguivo un’utopia», scrive Velardi, e continua: «Grazie a tutti, grazie per il calore. Grazie anche per le critiche che ho ricevuto: aiutano a crescere. Se vi ho deluso mi scuso, più delle scuse non saprei cos’altro offrirvi. Ci tengo però a ribadirvi che non ho mai preso alcuna decisione se non rispondendo alle leggi e alla mia coscienza: così mi è stato insegnato». All’Università si discute dell’imprenditoria nuova, digitalizzata, del Sud. Ma è sempre imprenditoria da finanziare? Quando arriverà quella che si autofinanzia con il lecito profitto capitalistico? Chissà se il prossimo Governo saprà interpretare meglio le aspirazioni meridionali di ridurre la forbice con il settentrione più ricco? Di certo il Mezzogiorno avrebbe bisogno di un’imprenditoria museale reddituale. Ma come? Selezionando giovani capaci, magari usciti da scuole dove hanno svolto corsi da guide turistiche del proprio territorio. Ma non corsi preconfezionati ed istituzionali, quelli quasi spontanei che in settentrione si fanno in occasione delle giornate del FAI ad esempio. Discenti preparati dai docenti sulla storia, sulla geografia e sull’arte di questo o quel bene museale o paesaggistico del territorio provinciale. Bisogna partire da scuole pilota, dove il docente raccoglie dai visitatori il giudizio della qualità del servizio svolto e predispone una scheda di merito, da conservare a Scuola, all’Associazione Industriali Regionali, in Municipio, alla Camera di Commercio IAA. L’industria turistica e museale italiana è la più florida e sta producendo ricchezza in pochi musei centrali ed arcinoti. Quelli periferici funzionano male. Nell’anno 2014, oltre 10 milioni di visitatori in tre sole opere museali italiane: Colosseo a Roma, Pompei a sud di Napoli in Campania e Galleria degli Uffizi a Firenze. Ma quanti sono i musei che hanno chiuso il bilancio negativamente? Tantissimi. Questi sono soprattutto lungo l’asse appenninico e non sulle coste marine italiane dove c’è più gente e turisti balneari soprattutto. I Musei e le biblioteche civiche dell’alto territorio casertano poi (esempi emblematici ad Alife, Piedimonte Matese, dove a qualcuno, pare, non vada bene il nuovo Direttore, non indigeno di nascita come avveniva fino al recente passato che non faceva giungere nessuno, ma proprio nessuno fuori dal proprio feudo elettorale, feudi ben descritti dallo studioso alifano, Pietro Farina, sottoprefetto di Caserta nel secolo scorso) sono da migliorare non poco anche per la direzione più meritocratica, che sappia promuovere la cultura del territorio. L’Italia è il Paese con più musei al mondo poiché ha un elevatissimo patrimonio di reperti d’arte, di storia, di artigianato, di scienza. I suoi musei però non sono all’altezza della funzione principale di diffondere la cultura a più visitatori o turisti. I loro orari rispondono più ad esigenze del personale impiegatizio che a necessità dei visitatori paganti. E’ tempo di cambiare nonostante che nel 2014 i visitatori hanno superato i 40milioni e gli introiti segnano più 7%. Colosseo al top delle visite. Il 2014 segna un vero e proprio boom di visite ai musei e ai luoghi di cultura gestiti dallo Stato. Secondo quanto riferisce il Ministero dei beni culturali e del turismo (Mibact) il 2014 ha registrato un +6,2% di visitatori rispetto al 2013 che corrisponde a 2.355.687 visitatori in più rispetto all’anno precedente. In tutto i turisti che hanno affollato i nostri musei sono stati, nell’anno appena trascorso, 40.287.939. Gli ingressi gratuiti, poi, hanno fatto segnare un più 5% rispetto al 2013 che equivale a 987.067 turisti in più. I visitatori entrati gratuitamente nei musei statali sono stati complessivamente 21.346.214. Sul fronte degli introiti il Mibact registra un incasso di 134.860.105 euro, ovvero il 7% in più rispetto al 2013. I dati sono stati forniti nel corso della conferenza stampa che il ministro dei Beni culturali e del Turismo, ha tenuto per presentare il Bando internazionale per i direttori dei 20 principali musei italiani e non anche dei musei periferici. Il Ministro ha “svenduto” i musei già attivi agli stranieri? No, ma doveva indire concorsi anche e soprattutto per i musei periferici, dove il nepotismo, il familismo e la corruzione fanno vincere persone non sempre all’altezza democratica del ruolo museale da svolgere. In termini di visitatori, i primi 30 luoghi statali della cultura pesano per circa la metà del totale. Stabili, nelle prime tre posizioni, il Colosseo con oltre 6 milioni di presenze, Pompei, con circa 2 milioni e mezzo di visitatori e gli Uffizi, poco sotto i 2 milioni. Da notare, poi, l’exploit del Museo di Palazzo Ducale a Mantova, che ha segnato un +26,3% di visitatori. Tra i maggiori incrementi, infine, da segnalare quelli del circuito museale di Arezzo, (+201,3%), quello del museo lapidario estense di Modena (+1.032%) e quello dell’Abbazia di Casamari, in provincia di Frosinone, che ha fatto segnare un +3,1%. All’Università degli Studi “Giustino Fortunato” di Benevento si organizza, in collaborazione con Historica edizioni e Confindustria Benevento, la IV edizione della “Giornata della giovane imprenditoria del Sud Italia”, che si terrà presso la sede dell’Ateneo telematico in viale Raffaele Delcogliano, Venerdì 13 Aprile 2018. La giornata rappresenterebbe- uso il condizionale per prudenza vista la mole di incontri e l’abbondante letteratura meridionalista esistente in merito- un’importante occasione per promuovere l’Italia che innova e che crede nel futuro raccontando le storie di startup e giovani imprese di successo con un focus particolare sull’imprenditoria del Sud Italia. Il programma della giornata prevede incontri, workshop, confronto con esperti, colloquio con i giovani imprenditori ed un laboratorio delle idee imprenditoriali. La Giornata della Giovane Imprenditoria si concluderà con una tavola rotonda. Per iscriversi ai workshop gratuiti (a numero chiuso con iscrizione obbligatoria via email orientamento@unifortunato.eu), guidati da giovani imprenditori di successo, prenotarsi uno spazio nel “laboratorio delle idee imprenditoriali” o per richiedere maggiori informazioni è possibile scrivere a orientamento@unifortunato.eu. L’Italia ha bisogno non di impiegare altro personale generico nei suoi musei, ma di giovani preparati e motivati, senza connivenze, senza conoscenze di padrini politici, ecc.. La meritocrazia del vinca il concorso chi è più preparato deve essere la regola, solo così chi presenta i reperti al visitatore promuove conoscenza, curiosità d’approfondimenti e lo fa appassionare di più e lo fa anche ritornare in compagnia di altri turisti paganti. La statalizzazione così com’è non funziona bene, né la privatizzazione senza regole è da indicare. Ai nuovi imprenditori la ricetta “magica”, basta solo non fare i piagnoni perché al settentrione dei piagnistei nostrani e meridionali non sanno più che farsene per poter continuare a collaborare e trainare imprenditoria produttiva utile a tutti.