La vera natura dei Centri antiviolenza, il danaro: anche in questo Comune del casertano si litiga per questo.

Un altro caso di come poco interessa la situazione delle donne: occorre farle denunciare, un fatto, un qualcosa, indipendentemente dalla veridicità degli stessi, ed ospitarle. Solo così possono affluire fondi ai vari CAV e si può alimentare il sistema fatto da volontarie, servizi sociali, avvocatesse e…

Un sindaco di un importante Comune del casertano, neo eletto del resto, forse poco esperto e per questo ha dovuto faticosamente cominciare a dimenarsi nei meandri della vorticosa amministrazione cittadina, aveva tra gli altri preso impegno specifico in campagna elettorale per lo sviluppo delle attività di una associazione del terzo settore, arrivando addirittura a stipulare con la stessa una sorta di protocollo d’intesa che avrebbe dotato la sua amministrazione di un interlocutore del Terzo Settore per affrontare diversi temi tra cui quelli dei diritti delle donne, violenza di genere e minori a rischio.

Un rapporto che prevedeva doveri per entrambi: per il Comune la messa a disposizione di una sede a titolo gratuito per lo svolgimento delle attività previste del Protocollo, la promozione attraverso i propri canali delle attività di cui al Protocollo, la costituzione di un tavolo tecnico da riunire con regolarità: per l’associazione la istituzione di un centro di cultura femminile per il riconoscimento, patrocinio e divulgazione dei diritti di genere, formazione nelle istituzioni scolastiche, incontri per l’approfondimento delle tematiche, l’istituzione di un CAV.

Ma cosa succede? La delega ai Servizi Sociali viene attribuita da questo sindaco ad una avvocatessa, civilista, che ha detto semplicemente ed inequivocabilmente no al progetto, giacchè lei stessa è stata, forse lo è tutt’ora, presidente di una di queste associazioni e la convenzione in oggetto si sarebbe dovuta firmare con un’altra di associazione la cui presidente è un’altra avvocatessa. Chi avrebbe gestito il danaro affluito, i fondi elargiti, le varie attività, il sottobosco del clientelismo?

La prima di avvocatessa, consigliere comunale, starebbe addirittura per consegnare la delega attribuitagli ai servizi sociali pur di non incappare in potenziali conflitti di interesse e non lasciarsi sfuggire il ghiotto boccone di questa convenzione. Anche nel marcianisano si opera così.

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