Parete. “Riprenderemo gli allenamenti”: i compagni di squadra di Luigi non si arrendono e vanno avanti: “Lui ci teneva tanto”.

“Il 28 andremo a Roma al Nike Cup, è stata una scelta nostra perché Luigi ci teneva tanto. In Campania era lui il protagonista blindando. Gioca in difesa come un vero campione”.

“Ho il presentimento che a sparare sia stato un minorenne e che qualcuno ne sia anche a conoscenza”. Ne è convinto Francesco, il responsabile tecnico e allenatore della squadra Us Sessana. Una passione smodata per il calcio, Luigi è una promessa: gioca in difesa e tutti scommettono sul suo futuro da campione. Non ne sono convinti solo i suoi compagni di squadra, che preferiscono parlare poco dell’episodio che lo ha visto coinvolto concentrandosi solo sulla passione reciproca, il pallone: “Riprenderemo gli allenamenti, il 28 andremo a Roma al Nike Cup, è stata una scelta nostra perché Luigi ci teneva tanto. In Campania era lui il protagonista blindando. Gioca in difesa come un vero campione”. Mentre Luigi continua a combattere tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’Ospedale di Caserta. E’ stata estratta dal suo cranio la pallottola sparata da una pistola calibro 9 che lo aveva colpito sabato sera, una seconda pallottola lo aveva solo sfiorato. “Quando torna a casa, dopo gli allenamenti, e mi trova a parlare con la madre, mi dice sempre: zia, guarda come stai diventando brutta. Io rispondo sempre: vuol dire che sei bello tu. Lui è un giocherellone, è sempre stato così. Vivace e allegro ed è stato capace di veicolare la sua vivacità nel calcio – continua a descriverlo la zia. Parla sempre del pallone. A scuola, poi, non ne parliamo. A casa porta sempre bei voti. Sette, otto. È un bravo ragazzo”.

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