Petizione all’U.E. a nome della Rete di associazioni di Castel Volturno, sulla criminalità nella zona di Castel Volturno.
Il firmatario denuncia il grave degrado ambientale dell’area di Castel Volturno, sottolineando, in particolare, l’inquinamento del mare, imputabile innanzitutto agli scarichi illegali di acque reflue.
di Alessandro Ciambrone
Oggetto: Petizione n. 319/2013, presentata da , cittadino italiano, a nome della Rete di associazioni di Castel Volturno, sulla criminalità nella zona di Castel Volturno (Campania, Italia)
1. Sintesi della petizione
Il firmatario denuncia il grave degrado ambientale dell’area di Castel Volturno, sottolineando, in particolare, l’inquinamento del mare, imputabile innanzitutto agli scarichi illegali di acque reflue nell’area di irrigazione agricola di Regi Lagni e all’edilizia illegale lungo la costa. Secondo il firmatario, la situazione di decadimento ambientale è aggravata dalla forte presenza del crimine organizzato e dell’immigrazione clandestina. Chiede l’intervento del Parlamento europeo nei confronti delle autorità regionali e nazionali e che l’istituzione ponga termine a tali pratiche.
2. Ricevibilità
Dichiarata ricevibile il 8 novembre 2014. La Commissione è stata invitata a fornire informazioni (articolo 216, paragrafo 6, del regolamento).
3. Risposta della Commissione, ricevuta il 29 settembre 2014.
“Gli Stati membri sono tenuti a dare applicazione alla legislazione dell’Unione europea in materia di lotta contro la criminalità organizzata e la criminalità ambientale. Questo comporta anche garantire che il diritto nazionale preveda i reati appropriati e le sanzioni appropriate per le specifiche violazioni che derivano dagli strumenti adottati a livello dell’UE (tra cui la decisione quadro 2008/841/GAI sulla lotta contro la criminalità organizzata, la direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e la direttiva 2009/123/CE relativa all’inquinamento provocato dalle navi e all’introduzione di sanzioni per violazioni). Per quanto concerne i rifiuti, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione sulle discariche illegali in tutto il territorio italiano, compresa la regione Campania (procedura nell’ambito della quale la Commissione si è appellata alla Corte di giustizia dell’Unione europea ai sensi dell’articolo 260 TFUE e che è pendente dinanzi alla Corte). Quanto agli scarichi illegali di acque reflue, la Commissione ha avviato diverse procedure di infrazione relative al trattamento inappropriato delle acque reflue in tutto il territorio italiano, compresa la regione Campania. Riguardo alla situazione dell’inquinamento di Regi Lagni, la regione Campania ha presentato alla Commissione un progetto imponente del valore di circa 230 milioni di euro, nel quadro del programma operativo “Campania” 2007-2013. Il progetto consiste nel recupero dei cinque impianti esistenti per il trattamento delle acque reflue e nel miglioramento della rete fognaria nella parte settentrionale della provincia di Napoli, mediante la costruzione di nuovi collettori fognari che dovrebbero servire sei province. Il progetto, che rientra in una strategia globale di gestione delle acque adottata dalla regione nel tentativo di recuperare e salvaguardare una delle sue zone più inquinate, è attualmente al vaglio dei servizi della Commissione. La Commissione controlla la corretta attuazione della legislazione dell’UE e non esiterebbe ad adottare provvedimenti qualora fosse comprovato che gli Stati membri non attuano tale legislazione. Tuttavia, gli Stati membri sono i principali responsabili del mantenimento dell’ordine pubblico e della salvaguardia della sicurezza interna. Non rientra nelle competenze della Commissione indagare nelle singole accuse di attività criminale, come quella esposta nella petizione. Rientra invece nella responsabilità degli idonei organismi nazionali preposti alle attività di contrasto. La Commissione non ha pertanto alcuna ragione di proseguire il proprio intervento nel caso in questione.”