PIEDIMONTE MATESE / Amministrative 2021. Nell’ambiente di Piedimonte Matese si vota per chi e per quale programma di futuro sviluppo locale?

Per un mezzo secolo e passa a Piedimonte Matese si è fatta sentire la presenza di un politico di mamma D.C… “Assopigliatutto”… amministrazione Di Lorenzo… il programma illustrato digitalmente dall’Ing. Vittorio Civitillo…

di Giuseppe Pace

In un precedente mio articolo sui media online scrivevo: ”In periodo di accesa competizione elettorale per il rinnovo della res publica della cittadina di Piedimonte d’Alife, Matese dal 1970, è più gratificante scrivere di cose forse più generose come quelle di… Tralascio dunque, per il momento, l’ambiente politico piedimontese (che dovrebbe uscire verso la luce del futuro, senza più feudi elettorali) per scrivere d’altro, meno difficile?”. Eccomi ora a mantenere la promessa di scrivere di ambiente politico piedimontese di ieri, di oggi e di domani. L’ambiente politico di ieri è noto a tutti anche se sono pochi a dirlo senza timori e paure di reazioni che prevedono a torto o a ragione. Quelli che lo dicono, come me, riconoscono un ambiente precedente all’amministrazione del Dr. L. Di Lorenzo, che ereditava e cavalcava, come un torero intrepido, un consolidato feudo elettorale. Uso la terminologia del feudo elettorale perché è entrata nel linguaggio corrente e sembra far capire meglio i contorni del quadro ambientale di un territorio. Feudo elettorale può significare un uso improprio della terminologia adatta ad un passato remoto con il nobile feudatario, dei borghesi (abitanti del borgo) e dei sudditi fino ai servi della gleba. Del passato prossimo, invece, i feudatari erano i politici o il politico locale che teneva lontani gli altri politici provinciali, regionali e nazionali dal mettere le mani sulla città, parafrasando noti scritti. Per un mezzo secolo e passa a Piedimonte Matese, ma anche nella vicina Alife, si è fatta sentire la presenza di un politico di mamma D.C., che tutto faceva per i propri figli elettorali, s’intende. Accanto e dentro alla promozione di nuovi ospedali, scuole, uffici pubblici locali e sovra comunali, egli poneva uomini e donne di fiducia. Per due motivi. Il primo per dimostrare la sua potenza locale in modo che gli altri indecisi o avversari politici potessero ricredersi e fidarsi ed affidar visi per eventuali bisogni di sistemare il figlio, il nipote, la moglie, l’altro parente stretto e anche di quarto grado come i cugini. Il secondo è per avere punti certi di raccolta voti sia durante la competizione elettorale che tra le due competizioni per seminare e crescere di roseliti. Ecco, in estrema sintesi, le caratteristiche del moderno feudo elettorale. Non pochi sono i suoi sudditi sistemati in regione, provincia, comune, ospedale, comunità montana, consorzio di bonifica del Sannio Alifano, ecc.. Questo comunque non avveniva solo a Piedimonte d’Alife, ma anche in non pochi degli altri comuni casertani degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, ecc.. Gli oppositori dei primi 20 anni erano i Socialisti e i Comunisti, un po’ meno duri i socialdemocratici e i repubblicani pure presenti. Poi negli anni Settanta i Socialisti hanno banchettato nel palazzo del feudatario, faccio analogie per semplificare. I successori del feudo elettorale piedimontese hanno solo cercato di tenere il timone del motu proprio, anche se non avendo quell’esperienza, con tanti pregi oltre che i difetti suddetti, hanno perso facilmente il controllo della nave che è andata a sbattere sugli scogli della Democrazia, che ha anche il potere della Magistratura (operazione “Assopigliatutto” con Assessori signorsi) oltre che quello delegato ai politici di maggioranza e minoranza. Sempre negli anni Settanta e seguenti gran parte degli ex comunisti e una parte degli ex socialisti piedimontesi come altrove si sono annichilati e divenuti “sudditi” del Pd. Arriviamo all’Amministrazione della res publica del dr. L. Di Lorenzo, che ha dovuto imbarcare collaboratori consiliari, che hanno ceduto alle lusinghe dell’oposizione alla prima occasione, alcuni arrotondavano con l’indennita di carica assessorile lo stipendio di docenti. Ricordo che subito dopo il commissariamento dell’amministrazione precedente, la Commissaria della Prefettura di Caserta ebbe a ribadire l’importanza della scuola in un concerto natalizio svoltosi nella scuola media di primo grado Giacomo Vitale. La frase che lesse ad alta voce era ben evidente in una parete interna della scuola citata prima: “solo la scuola può compiere il miracolo di trasformare il suddito in cittadino”, frase dell’On. Pietro Calamandrei. Apprezzai la funzionaria prefettizia perché sapeva quello che diceva e non parlava bene per non dire niente come fece un’altra autorità, di anime, pure presente e che non lasciava facilmente il microfono messogli in mano da un mio compagno di classe piedimontese che guidava e forse guida ancora un’associazione culturale delle circa 50 esistenti a Piedimonte M.. Di tali associazione accennai nel mio saggio “Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio” e scrissi pure che andare troppo a braccetto tra potere civile e religioso disorienta il cittadino che, in caso di ingiustizia eventualmente subita da un’Autorità, potrebbe rivolgersi all’altra, invece, se non vede differenze sta zitto e soffre. Questo è uno dei motivi della diffidenza del cittadino verso i politici, che nel Mezzogiorno è maggiore. La Democrazia nostrana, nata dalla resistenza al nazifascismo, però richiede i partiti e uomini e donne che li rappresentano degnamente e a servizio delle istituzioni democratiche, non per tornaconti personali e familiari. Scrissi anche che alcune Associazioni culturali piedimontesi venivano promosse oppure ostacolate da un preciso assessorato, che la Legge non prevede poiché tutte le Associazioni, il Legislatore, le vuole apartitiche e senza fini di lucro. Irreggimentarle sotto un Assessore comunale non era la cosa giusta. L’Assessore “accusato” al quale portai un po’ di libri, me li restituì offeso di lesa maestà. Gli dissi, che al suo posto, li avrei a maggior ragione dati per dimostrare che non era il suo caso di ridurre gli spazi democratici che le Associazioni socio-culturali ne hanno diritto per Legge nazionale. Nel presentare il mio libro, prima citato, con l’Amministrazione L. Di Lorenzo, il presentatore, direttore del più antico tra i media online casertano, disse che il lavoro dimostrava conoscenza non superficiale del territorio di Piedimonte Matese e di Letino. Aggiunse che ”uno può nascere anche a Letino…..”. Mi fece sorridere e gli dissi “vada per quel Letino”, erano presenti F.Occhibove. G.G. Caracciolo, G.D’Abbraccio, ecc.. Ricordo ciò perché non voglio autoglorificarmi soltanto, ma dire anche al lettore che io non scrivo solo del mio paese di nascita o di formazione, ma anche di altri lontani con la pretesa di aiutare la lettura dell’ambiente di un determinato territorio e paesaggio. Ciò premesso vengo al futuro politico di Piedimonte Matese, che la competizione elettorale in corso dovrebbe assicurare ai cittadini piedimontesi residenti, come i miei compagni di classe negli anni Sessanta a Piedimonte d’Alife. Ne ricordo alcuni: Luigi Boggia, Ranieri Gaetani, Marcellino Diana, Luigi Costantini, Alfonso Merolla, Geppino Paoloantonio, Angelo Pepe, Michele Tacchetti, ecc.. A Piedimonte Matese oggi ci vado d’estate e qualche volta anche d’inverno ed è sempre un piacere vedere quella che rispetto al piccolo Letino degli anni Cinquanta, mi appariva come una metropoli sfavillante e molto più ricca di servizi compresi quelli delle attive azioni cattoliche dell’Annunziata e di San Marcellino. A Piedimonte notavo, direi oggi, una maggiore evoluzione delle tradizioni  verso l’innovazione e l’evoluzione culturale democratica del mammifero placentato della specie Homo sapiens. Di Piedimonte d’Alife, lessi nel 1963, il libro del prof. Dante Bruno Marrocco e a consigliarmelo fu un compagno di classe dell’Annunziata. Poi l’anno successivo il prete di San Marcellino mi diede da leggere le Memorie di un Italiano del padovano Ippolito Nievo, che, tra l’altro, descriveva la scoperta del mare del protagonista cosa che mi successe l’anno dopo in gita scolastica a Napoli. Chi vincerà la competizione elettorale a Piedimonte tra breve? Ho visto ed ascoltato attentamente il programma illustrato digitalmente dall’Ing. Vittorio Civitillo che ho valutato ricco di volontà di fare e soprattutto l’appello rivolto ai professionisti piedimontesi, che sono tanti e spero anche tra il 30% circa dei docenti. Nel libro ”Il Paese che non amava la scuola”, di Alfredo Vinciguerra del 1986, si afferma che il 70% dei docenti non si dà da fare a sufficienza come professionisti della scuola e credo che abbia ragione poiché molti si considerano impiegati statali più che libri professionisti sia pure sotto lo stato. V. Civitillo parla di persone che sanno parlare bene per non dire nulla: ecco che ciò può essere valido per non pochissimi docenti, purtroppo. Se i voti avuti dalla lista dell’Avv. Grillo ala scorsa tornata elettorale confluiranno sulla lista civica dell’Ing. V. Civitillo questi vincerà e avrà termine definitivamente il feudo elettorale ultradecennale precedente con non pochi vantaggi per la Democrazia a Piedimonte Matese, città epicentrale di un vasto Sannio Alifano compreso tra Letino e Caiazzo e tra Gioja S. e Capriati al Volturno. Siamo in territorio Sannita Pentro più che napoletano con i loro assessori regionali sempre pronti a mietere voti nel povero territorio matesino. Civitillo ha ragione quando distingue queste elezioni amministrative da quelle politiche e regionali. Qua si deve dare più valore alle liste civiche più svincolate dai boss della politica politichese che sanno parlare bene per non dire niente. Se vince l’Ing. V Civitillo, che non conosco di persona, lo sviluppo di Piedimonte M., tra Campania e Sannio, mi appare meno angusto e più libero dall’ingessatura partitica regionale e provinciale. Infine ai professionisti e alle piccole imprese locali si aprirà un maggiore spiraglio di libertà per crescere autonomamente senza l’invadenza dei feudi elettorali vecchi e nuovi. Viceversa i partiti continueranno a considerare Piedimonte territorio di caccia per le carriere elettorali di pochi “sudditi” per impoverire la maggior parte dei cittadini. Ho chiesto a due dei miei ex compagni di scuola delle previsioni, ma solo uno ha avuto il coraggio democratico di rispondermi, fino ad oggi. La paura di esporsi è ancora tanta e non ne vedo la ragione perché siamo nel 2021 d.C. con un’esperienza democratica, non più monarchica da 76 anni. Non dovremmo essere più in un ambiente di Democrazia in fasce, ma adulta per scegliere secondo opinione e non per assecondare intressi consolidati e consolidanti di chicchessia!

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  1. Settembre 22, 14:38 Giuseppe

    Tutto questo pippone esagerato solo per dire alla fine “vota Civitillo”? Che spreco di parole…

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