PIEDIMONTE MATESE. Per la cittadina e dintorni urge un sviluppo innovativo anche per i molti giovani e disoccupati.
Chi sarà alla guida della res pubblica piedimontese dopo il Dr. Di Lorenzo stavolta?
di Giuseppe Pace
Per uno che ha scritto un saggio su Piedimonte Matese, l’elezioni amministrative che riguardano quell’ambiente non lo lasciano indifferente. In questo spirito scrivo ancora qualcosa di supplementare al mio libro. Per questo articolo uso due magnifiche fotografie, prese da facebook, del piedimontese, che ama anche il Lago Matese, Albino Leardi, che ringrazio. Tra pochi giorni, per la cittadina di Piedimonte Matese, finisce il commissariamento, ripetuto 2 volte: la prima volta con il Sindaco V. Cappello (avvocato) e la seconda con L. Di Lorenzo (medico). Chi sarà alla guida della res pubblica piedimontese dopo il Dr. Di Lorenzo stavolta? Una donna sugli altre tre uomini in competizione elettorale per la carica di Sindaco? Perché no, se le donne sono l’altra metà del cielo o universo umano è bene che si alternino alla guida munipale, provinciale, regionale e parlamentare. A Piedimonte poi è anche un’Architetto che potrebbe architettare una sana ed attiva amministrazione della res publica. Dalla lettura dei 4 programmi elettorali amministrativi si nota la padronanza della lingua e della grammatica italiana, ma il contenuto mi appare scarno e scarso in tutti e quattro. Alcuni poi non volevano la dichiarazione di deficit comunale del bilancio rossastro, che il Sindaco Di Lorenzo ha smascherato. Ma se non si dichiarava pubblicamente si continuava con un’omertà che in democrazia non è un bene. Al cittadino serve capire anche che gli organi di controllo dei bilanci comunali, in precedenza all’amministrazione De Lorenzo, chiudevano non un occhio ma entrambi. Se così era anche per Alife, Bojano, Caserta, ecc. siamo di fronte ad uno Stato che nel suo ventre burocratico non funziona. I suoi Enti Locali, o diramazioni periferiche con circa 8 mila municipi, andavano controllati per i bilanci virtuosi e viziosi. Adesso, invece, il Sindaco e la sua maggioranza che dichiarano il dissesto di bilancio è come una famiglia virtuosa che fa conoscere i propri debiti sia ai creditori che agli usurai pronti a prestarti i soldi che prima o poi rientreranno con interessi. Quando si parla di Questione Meridionale piagnona (le colpe del mancato sviluppo al sud sono del nord) si parla anche dei bilanci in rosso dei municipi, che nessuno conosceva? Oppure bisogna solo incolpare gli altri? La nostrana Democrazia è fatta di regole per il cittadino con diritti e doveri, come per i cittadini dipendenti pubblici. L’art. 4 della Costituzione ne fissa anche l’obbligo, non se vuole, del cittadino di collaborare per il progresso… L’indifferenza alla politica e ai partiti del cittadino sta aumentando? Pare di si anche perché molti non vanno più a votare, e nel Mezzogiorno il loro numero è più elevato del settentrione. Se per circa mezzo secolo a Piedimonte Matese, si è formato e cresciuto una sorta di feudo elettorale, è ora di cambiare in meglio. Vox populi vox dei, non sempre in sordina, lascia dire che questi ponesse uomini e donne di sua fiducia in posti chiave dell’ambiente pubblico locale. Ciò pare che avvenisse non solo a Piedimonte Matese e dintorni, ma pure in altri dei 550 comuni campani di cui 104 in territorio provinciale casertano. Nei feudi elettorali, di una Democrazia rappresentativa e poco partecipativa, crescevano i fedelissimi sudditi-galoppini elettorali- da sistemare e già sistemati in regione, provincia, comune, ospedale, comunità montana, consorzio di bonifica, ecc., dove i concorsi spesso erano e forse sono ancora una farsa, soprattutto in ambiente meridionale. Eppure in area sannitica i comuni sciolti per mafia non pare ce ne siano stati. L’uso distorto della democrazia del dopoguerra ultimo, non avveniva solo a Piedimonte d’Alife, ma anche in non pochi degli altri comuni dei decenni democristiani con i vescovi che nulla dicevano per distinguere male e bene. L’opposizione allora era quella dura, oggi non esiste più, ma convive con la maggioranza in centro come in periferia? I successori del feudo elettorale piedimontese lo hanno eredito per motu proprio anche se non possedendone le capacità e l’esperienza del precedessore è finito sotto la lente d’ingrandimento della Giustizia terrena. Mi riferisco all’operazione della Magistratura denominata “Assopigliatutto” e con alcuni Assessori signorsi. La Democrazia italiana, cristiana e non, nata dalla resistenza al nazifascismo, però richede, a maggior ragione, i partiti e uomini e donne che li rappresentano degnamente e a servizio delle istituzioni democratiche. Ciò premesso vengo al futuro politico di Piedimonte Matese, che la competizione elettorale in corso dovrebbe assicurare ai cittadini piedimontesi residenti, come i miei compagni di classe negli anni Sessanta a Piedimonte d’Alife. A Piedimonte Matese oggi ci vado sempre meno per l’età avanzata ma mi mantengo aggiornato col sistema digitale più che amicale e parentale, che preferiscono “tacere” e adottano il motto antico, più siciliano”bocche chiuse non entrano mosche”. A Bojano un vetusto scrittore che ha scritto anche di proverbi locali, impastatato di politica locale anche, mi disse che là si diceva:”attacca l’asino dove dice il padrone anche se sai che se lo mangiano i lupi”. Quando gli parlavo dei miei studi sulla galleria di valico del Matese, si mostrava entusiasta dicendo:”quando ne parlerete in pubblico voglio esserci”. Quando ne parlammo a Cusano Mutri nel 1999 trovò una scusa per non esserci. Aveva avuto l’invito dal suo partito molisano, D.C. doroteo, di disertare quel convegno, targato non da loro ma dalla pro loco cusanese. A Piedimonte,invece, un padre di un ingegnere giovane mi chiese se era giusto mettere in galera il Sindaco di Piedimonte M., di “Assopigliatutto” insieme ai delinquenti comuni? Risposi che non potevano predisporgli un Hotel a 5 stelle! Comunque mi fa sempre piacere rivedere quelle cittadine ai piedi del Matese settentrionale e meridionale. Quest’ultima, rispetto al piccolo Letino degli anni Cinquanta, mi appariva come una metropoli illuminata bene e più ricca di servizi compresi quelli scolastici e delle attive azioni cattoliche dell’Annunziata e di San Marcellino. A Piedimonte notavo una maggiore evoluzione delle tradizioni verso l’innovazione e l’evoluzione culturale democratica del mammifero placentato della specie Homo sapiens. Quando morì mio padre a Piedimonte, un cugino letinese mi disse che bosognava mettere il cappello al morto, anche se a Piedimonte non si usava. A Letino le tradizioni impiegano maggiore tempo ad innovarsi come testimonia il raduno dei costumi del 1929 a Campitello Matese: le uniche a calzare ancora le “ciocie” erano le letinesi. Ma torno alla vicina competizione elettorale in una città distante 70 km da Napoli come Piedimonte Matese. Ho visto un po’ gli attori della competizione elettorale ed è bene non sponsorizzare nessuno per equidistanza, anche se l’altra volta mi sono sbilanciato forse commettendo un errore di valutazione con l’attenuante della distanza. Nessun programma parla di sviluppo anche con la galleria di valico del Matese ad esempio, ma tutti sudditi di un edulcorato parco naturale matesino che pare sia miracoloso per l’economia locale, sottovalutandolo come organo ingessante lo sviluppo. Il cittadino piedimontese che vota, credo che sia interessato di conoscere se il suo voto ristabilisca o finisca di affossare il feudo elettorale precedente? Se si va verso l’innovazione e non la tradizione non pochi potrebbero essere i vantaggi per la Democrazia a Piedimonte Matese, che eroga servizi anche ai cittadini di un vasto pedemontano matesino che va da Gioja S. a Capriati al Volturno e da Letino fino a Caiazzo passando per Dragoni, Baia e Latina, Alvignano e Ruviano. Siamo in territorio storico del Sannio Pentro più che in quello napoletanocentrico, dove i molti più elettori determinano la politica locale e matesina. Purtroppo in Campania ci sono due mali che spesso si sommano: il primo è la secolarizzazione o indifferenza al vivere civile. La cittadina di Piedimonte M., tra Campania e Sannio, potrebbe essere un volano di sviluppo per oltre 50 mila persone che gli gravitano attorno con circa 5mila studenti che allietano le strade. Molti di questi si impegnano tra i banche delle scuole piedimontesi, di ogni ordine e grado, per non essere più sudditi del bisogno sui quali i feudi elettorali crescono di più. In Campania e la sua endemica camorra e cosche affini permeano la società anche tra i professionisti della politica e delle professioni liberali? La cronaca, purtroppo, non lo smentisce spesso.Trovo che il timore di esporsi pubblicamente sia ancora tanto e la vita politica peggiora perché le persone oneste si ritirano nel privato, erroneamente. Alle elezioni è necesario scegliere secondo opinione e non per assecondare interessi consolidati e consolidanti di chicchessia (già nel “Palazzo”, che a Milano chiamano il ”Palazzaccio” intendolo come luogo spesso di malaffare), da molto tempo! Sulla facciata del Palazzo di Giustizia di Milano sono scritte in latino tre frasi, che cito in italiano: “La Giurisprudenza è la scienza degli affari divini ed umani , dei fatti giusti ed ingiusti”, “I precetti del diritto sono questi: vivere onestamente , non ledere l’altro, attribuire a ciascuno il suo” ed, inoltre:”Siamo chiamati alla giustizia fin da quando siamo nati e sulla natura si fonda il diritto, non sull’opinione”. Non vi è dubbio che le tre frasi tocchino il razionale dell’animale della specie Homo sapiens ed il suo innato senso di giustizia. Pertanto, non vi era posto più adeguato ove posizionarle se non sulla facciata esterna di un Palazzo di Giustizia. Il Palazzo di Giustizia di Milano gode il beneficio di potersene fregiare per dare valore della Giustizia e alla sua natura, che sgorga dall’onestà e dalla richiesta di pace e giustizia (sempre sono comnesse) del singolo uomo e donna, ove vivono i suoi valori profondi che ne fanno un essere giusto ed equanime, innamorato della verità e del rispetto della dignità umana. A tali frasi, l’elettore non solo piedimontese, dovrebbe fare riferimento proprio in quanto esse ci parlano del senso reale della Legge e della Giustizia, da ricercare nell’interiorità umana, che racchiude in sé, naturalmente, la capacità di discernere il bene dal male, uno dei compiti che spesso assume l’istituzone religiosa di molte ancora delle circa 200 società territoriali dell’Homo sapiens di oggi e forse di una sola del futuro di pace. Le potenzialità dell’ambiente di Piedimonte Matese sono molte e sottovalutate spesso per stimolare una crescita del reddito dei suoi quasi 11mila residenti. Le scuole devono interagire meglio con la realtà ambientale naturale e culturale come per le analisi chimiche e biologiche delle acque, le guide museali e dei palazzi storici locali nonché della valle dell’Inferno, delle sorgenti del Torano e Maretto, della centrale elettrica ben delineata dallo scriptorum loci Dr. GG.Caracciolo, esposizione di prodotti locali permanenti delle scuole e nei mercati e fiere periodiche, preparazione di filmati come quelli che fa bene l’ex prof. Fernando Occhibove, ecc.. La scuola pubblica e privata va messa in sana competizione e permeate entrambe di cultura non solo astratta e lontana come quella accademica e rindontante. Le Associazioni socio-culturali e dei professionisti piedimontesi vanno stimolate, a fare e fare bene localmente, dal Comune e non intruppate dai partiti municipali. I flussi di relazioni che entrano ed escono da Piedimonte Matese costituiscono un’altra ricchezza innovativa per stimoli culturali, economici, artistici, ecc.. Gli ospedali funzionano per motu proprio, ma vanno vigilati sulla qualità che erogano nel servizio del diritto dei cittadini alla salute: stato dinamico di benessere fisico, mentale e sociale”.