RAVISCANINA / VALLE AGRICOLA. Sparano a sei cinghiali in maniera illegale, denunciate 5 persone: avevano appena abbattuto gli animali, tra cui 4 cuccioli.

cinghiali strageI bracconieri sono stati colti in flagranza: avevano appena caricato su un fuoristrada gli animali da poco abbattuti.

Durante uno specifico servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto del fenomeno del bracconaggio all’interno del Parco Regionale del Matese, il Corpo forestale dello Stato del Comando Provinciale di Caserta ha rinvenuto sei cinghiali abbattuti illegalmente, tra cui quattro cuccioli. Il Blitz, disposto dal Comandante Provinciale di Caserta, Michele Capasso, ha preso il via stamane all’alba in un’area protetta del Parco, in particolare nei territori comunali di Valle Agricola e Raviscanina. Alla fine sono state cinque le persone ad essere denunciate alla competente Procura della Repubblica del Tribunale di S. Maria C.V., con il successivo sequestro di armi, consistenti in cinque fucili e munizioni. Le operazioni sono state condotte dal Gruppo antibracconaggio guidato dal Commissario Capo Marilena Scudieri, che hanno colto in flagranza due uomini. Quindi, sono stati verificati i loro mezzi, dei quali un fuoristrada dentro il quale erano occultati sei cinghiali coperti da un telo. Gli agenti della Forestale hanno scoperto tracce di sangue e una piccola coda fuoriuscire dal telo, che scoperto è stata fatta la macabra scoperta del rinvenimento degli animali appena uccisi. I tre bracconieri, ovviamente senza autorizzazione per la caccia, sono stati immediatamente deferiti all’Autorità Giudiziaria. Le indagini espletate hanno evidenziato la metodologia particolarmente spregevole utilizzata dai bracconieri nelle aree protette: la tecnica infatti consiste nel braccare la selvaggina tramite l’utilizzo di cani da caccia di razza segugio allo scopo di “stanarla” dai luoghi che dovrebbero essere sicuri, in quanto ricadenti in zone oggetto di protezione, per favorirne lo spostamento in aree dove la caccia è consentita e procedere ad un facile e legale abbattimento.Infatti, la selvaggina così braccata, non ha alcuna possibilità di scampo in quanto, fuggendo dai cani segugio, viene spinta dalle aree protette nelle zone in cui l’attività venatoria è consentita, fino ad arrivare alle “poste” dove troverà morte certa sotto il tiro incrociato di chi è appostato e pronto ad abbattere i malcapitati animali.

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