Venafro / Campochiaro / Bojano. Reindustrializzazione area di crisi complessa, al via il secondo avviso.

Ben 8,8 milioni della legge nazionale 181: lo sportello di Invitalia aperto dal 5 settembre al 7 novembre per 67 Comuni appartenenti all’area industriale.

Disco verde agli incentivi per l’area di crisi complessa Venafro Campochiaro Bojano per questo secondo avviso (legge 181 sostegno attività produttive), in pratica l’avvio di nuovi progetti nella zona già interessata dagli avvisi del dicembre 2017.

Dalle ore 12:00 del 5 settembre 2023 e fino alle ore 12:00 del 7 novembre 2023 le imprese possono chiedere tali finanziamenti curati da Invitalia, con fondi per ben 8,8 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per sostenere i programmi di sviluppo industriale.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto di riconversione e riqualificazione industriale per l’area di crisi, avviato con l’accordo di programma del luglio 2017, prorogati dunque al 2023, per rilanciare le attività imprenditoriali e di sostenere l’occupazione nei 67 Comuni appartenenti all’area industriale.

L’area Venafro Campochiaro Bojano è stata riconosciuta “area di crisi industriale complessa” per le problematiche legate alla grave crisi che ha colpito le principali aziende, oltre l’indotto, che operano nell’avicolo e agroalimentare (Solagrital-Gam), nel tessile (Ittierre Spa) e nel settore metalmeccanico (Venafro-Pozzilli).

Una vasta area che comprende ben 67 Comuni, Comuni soci del Consorzio per lo sviluppo industriale Isernia-Venafro; soci e/o appartenenti al comprensorio del Consorzio; Comuni con presenza di aziende dell’indotto avicolo, tessile, metalmeccanico e di aree artigianali/industriali.

Con tale accordo di programma si mette in pratica l’accordo tra le istituzioni per attuare il progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area, impiegando 45,58 milioni (di cui risorse nazionali pe 15 milioni, regionali pe 21 milioni, politiche del lavoro e fondi regionali per 9,5 milioni), con l’obiettivo di rafforzare il tessuto produttivo esistente, attrarre nuovi investimenti, sostenere il reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro.

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